Cerca

i numeri

Il cane fa i "bisogni" in strada? A Torino nessuno multa i padroni incivili

La questione è emersa in consiglio comunale. In sostanza, i proprietari degli animali se la cavano sempre

Nessuno multa i padroni per le deiezioni dei cani

Nessuno multa i padroni per le deiezioni dei cani

Gli slalom sui marciapiedi per non incappare in una spiacevole sorpresa sono sempre più frequenti. Le vie di Torino sono infatti costellate di deiezioni canine che rendono la città sporca. Ma dati alla mano, nessuno multa i padroni dei nostri amici a quattro zampe. Sebbene ci siano infatti 85mila cani censiti nel 2024 sotto la Mole (un trend che continua a crescere) sono state comminate appena quattro sanzioni nel 2024 appena trascorso, per violazione dell’obbligo di raccolta delle deiezioni. Per dire, quattro anni fa c’era stata più severità, visto che le multe erano state 48. Nei primi mesi del 2025, le multe sono state otto.

«Numeri imbarazzanti», sottolinea la capogruppo forzista Federica Scanderebech, presentatrice di un’interpellanza discussa ieri in consiglio comunale. «Non è previsto un contratto specifico tra Amiat e la Città per la gestione delle deiezioni canine», la replica dell’assessora Chiara Foglietta. Tuttavia, Amiat sborsa un milione e 800mila euro per il lavaggio e la disinfezione di aree più bisognose di sanificazione. La preoccupazione, così, è che nonostante le campagne di sensibilizzazione - l’ultima, "Oggi butta bene!", in collaborazione con Amiat e Gtt - sarebbe difficile raggiungere risultati tangibili senza controlli rigorosi, sanzioni adeguate, se necessario, e un piano d’azione serio e mirato per garantire decoro, igiene e sicurezza. «È evidente - continua Scanderebech - che la città abbia bisogno di una presenza costante della polizia municipale, e magari di nuove tecniche». Come l’impiego di operatori in borghese o la raccolta del Dna al fine di individuare i padroni “cattivi”, sull’esempio virtuoso della vicina Carmagnola. Su quest’ultimo caso, tuttavia, ci sono problemi di denaro. E’ necessaria una voce di bilancio ad hoc e il singolo test del Dna non è economico, in quanto costerebbe dai 30 fino ai 60 euro. E servirebbe pure una banca dati dedicata.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.