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Il canone concordato è un’utopia: «Un alloggio in affitto è una rarità»

Le difficoltà dell’agenzia Lo.Ca.Re del Comune in un mercato dominato dagli affitti brevi

Il canone concordato è un’utopia: «Un alloggio in affitto è una rarità»

Il canone concordato è un’utopia: «Un alloggio in affitto è una rarità»

Una mediazione tra locatore e locatario, rivolta in particolare ai nuclei in condizioni di fragilità. Quelli che, cioè, né avrebbero le caratteristiche per accedere alle case popolari, né avrebbero la minima chance sul mercato immobiliare privato. Mediazione che diventa sempre più difficile nelle avverse condizioni di mercato odierne - soprattutto a causa del basso numero di alloggi disponibili in locazione - per Lo.Ca.Re: l’agenzia gestita dal Comune di Torino istituita proprio in tutela del diritto dell’abitare. Sono quasi dimezzati, infatti, dal 2015 al 2024 i contratti stipulati dal centro: 242 (pari a 1,6 milioni) l’anno scorso a fronte dei 465 del 2015 (poco dopo l’istituzione del Fimi) e dei 487 del 2010. Ed in ritardo i fondi regionali del 2024 (erogati per meno della metà: 1,7 milioni su 4,6 complessivi, appena sufficienti a coprire i contratti). 

Nonostante l’ufficio Lo.Ca.Re., infatti, goda di un Fondo Inquilini Morosità Incolpevole annuo di 1,6 milioni - il cosiddetto Fimi, o Salvasfratti - e di un finanziamento delle Agenzie Sociali per la Locazione - ASLo - pari a 3 milioni all’anno, erogati da Regione Piemonte, oltre a proprie risorse a bilancio - in grado di garantire sia proprietari che inquilini - stipulare dei contratti a canone concordato appare sempre più complesso. 

Poiché gli affitti sono pochi ed i canoni, quindi, possono salire indisturbati. Molto poco conveniente risulta, pertanto, formalizzare un contratto a canone concordato, mettendosi, per di più, in casa, un nucleo fragile, che potenzialmente potrebbe non pagare l’affitto, già inferiore ai prezzi di mercato. Poco convincente, così, anche il Salvasfratti, che in caso di morosità dell’inquilino riconosce al proprietario di casa un contributo a fondo perduto (pari ad 8mila euro più un ulteriore quota, sempre a fondo perduto, fino alle 8 mensilità in caso di ISEE dell’inquilino inferiore ai 6.400,00 euro). 

«Il "successo" della trattativa dipende dalla capacità di convincere il proprietario ma se le condizioni di mercato sono avverse è sempre più dura convincere i proprietari». Lo precisano gli uffici dell’assessore alle Politiche Sociali di Palazzo civico Jacopo Rosatelli, il quale qualche settimana fa in Consiglio ha fornito gli ultimi numeri aggiornati sull’operato dell’ufficio pubblico. «In 25 anni siglati 7252 contratti, con una media di 302 l’anno, contribuendo comunque a promuovere il 39% dei contratti convenzionati». 

«Importante averla ma è necessario potenziare l’Agenzia per risolvere la carenza di affitti in città», ha concluso il consigliere interpellante Giuseppe Catizone (Lega).

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