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L'impatto dei dazi
03 Aprile 2025 - 17:30
È un bagno di sangue, per Stellantis ma anche per tutta l'industria automotive, il primo impatto dei dazi di Trump, nel giorno che precede l'entrata in vigore effettiva. Stellantis è crollata al di sotto dei 10 euro ad azione, a Piazza Affari, un livello mai toccato nella storia del Gruppo: in due giorni sono andati in fumo almeno 5 miliardi di euro di capitalizzazione. Una corsa a vendere, da parte degli investitori, innescata anche dalla decisione del Gruppo di chiudere (temporaneamente) due fabbriche.
Lo stabilimento Chrysler di Windsor, in Canada, e quello Jeep in Messico sono i due stabilimenti che Stellantis chiuderà per due settimane, a partire dal 7 aprile, in attesa di valutare quella che sarà la risposta del Gruppo ai dazi di Trump (aumenterà i prezzi? Sposterà la produzione?). Ma a ricaduta la produzione avrà rallentamenti anche su tutta la filiera, in quegli stabilimenti che riforniscono - di motori e altri elementi - i due poli di assemblaggio. Il paradosso è questi stabilimenti si trovano negli Stati Uniti.
Ma è sul fronte finanziario che il gruppo di John Elkann prende la batosta peggiore. A Milano, a Piazza Affari, il titolo Stellantis a pochissimo dalla chiusura era scambiato a 9,37 euro per azione (dopo aver aperto a 9,95) ossia il minimo storico. In solo giorno il titolo ha perso il 8,06% e al momento la capitalizzazione è a 27,29 miliardi. Calo percentuale praticamente fotocopia anche a Wall Street, dove il valore per azione al momento è 10,42 dollari.
Ma precipita - al momento - anche Tesla (-6,77%) a causa della sua produzione a Shanghai, così come Toyota (-5,13%), Honda (-3,30%), General Motors (-2,91%), Ford (-3,80%) stando all'andamento al momento di Wall Street. Giù, a Piazza Affari, la Ferrari (-3,12% con il titolo a 391,70 euro), Volkswagen (-4,20%), Renault (-3,68%).
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