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IL FATTO

"Sportello Handicap nel 2025? No grazie!" La Lega presenta interpellanze in Circoscrizione 3 e in Comune

ll cartello nella sede di corso Peschiera al centro delle polemiche

"Sportello Handicap nel 2025? No grazie!" La Lega  presenta interpellanze in Circoscrizione 3 e in Comune

"Sportello Handicap nel 2025? No grazie!" La Lega presenta interpellanze in Circoscrizione 3 e in Comune

L'utilizzo del termine “handicap” all’interno della comunicazione istituzionale del Comune di Torino finisce al centro di una doppia interpellanza presentata dalla Lega, che solleva critiche rispetto alla mancata adozione di un linguaggio ritenuto più rispettoso e conforme alla normativa vigente. A segnalare il caso sono Elena Maccanti, consigliera comunale, e Anna Vadalà, consigliera nella Circoscrizione 3, che puntano il dito contro la presenza, nella sede di corso Peschiera 193, di uno “Sportello Handicap” identificato anche da un cartello visibile all’esterno dell’edificio.

“È inaccettabile che nel 2025 il Comune continui a utilizzare un termine superato, ignorando i cambiamenti culturali e normativi degli ultimi anni”, dichiarano le due esponenti del Carroccio, sottolineando come la normativa nazionale imponga alle pubbliche amministrazioni l’adozione di una terminologia ritenuta più inclusiva. Il riferimento è al Decreto Legislativo n. 62, in vigore dal 30 giugno 2024, che ha modificato la legge 104 del 1992 introducendo, tra le altre disposizioni, l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di sostituire il termine “handicap” con l’espressione “condizione di disabilità”. La misura, promossa dal Ministero per le Disabilità, si rifà anche ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

“Non si tratta solo di un dettaglio formale – sostengono Maccanti e Vadalà – ma di un cambiamento sostanziale nel rispetto delle persone. Continuare a usare terminologie superate significa trasmettere messaggi sbagliati e contribuire a mantenere un approccio arretrato alla disabilità”. Nell’interpellanza presentata in Consiglio comunale, Maccanti chiede all’amministrazione un censimento completo delle diciture utilizzate negli uffici pubblici della Città e la sostituzione di ogni terminologia non conforme alla legge. “L’inclusione – conclude la consigliera – si pratica anche nel linguaggio. Se l’amministrazione comunale non se n’è ancora accorta, è necessario ricordarglielo”.

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