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LA STORIA

Danko, dai ring clandestini: «Non sapeva come mangiare»

Dieci anni fa un pitbull veniva ritrovato legato e martoriato

Danko, dai ring clandestini: «Non sapeva come mangiare»

Danko, oggi (a caccia di margherite)

Palermo, estate del 2015. Legato a una panchina in un parco, sotto il sole cocente, c’è un pitbull dagli occhi scuri: pelle e ossa, ha la rogna e diversi segni di morsi canini e sigarette spente addosso. Uno dei tanti, troppi, terrier di tipo bull che vengono utilizzati come combattenti nelle scommesse illegali. Un annuncio, sul web, che arriva a Roberta, all’epoca 25enne che non riesce a restare indifferente: sceglie di adottare Danko. A Torino, a casa con lei c’è già una pitbull, si chiama Zoe. «I primi tempi sono stati difficili. Danko non sapeva mangiare, giocare, non riusciva a stare con altri animali. Mancava di fiducia nell’umano e in se stesso» racconta Roberta. 

Danko con Zoe

Oggi è un cane equilibrato e felice. Ci sono voluti 6 dei suoi 11 anni, un lungo e delicato percorso con un professionista, oltre che una cura importante da parte di Roberta - e del suo nucleo familiare - per far sì che Danko potesse trovare il suo potenziale e imparare ad esprimerlo.
Un lieto fine per Danko: purtroppo, ancora, sono centinaia i pitbull che finiscono nelle mani sbagliate - e spesso, conseguentemente, sulle pagine di giornale e dietro le sbarre di un box in canile.

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