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Sanità & salute

Dopo il "dress code", arrivano i droni in ospedale

Il nuovo progetto della Città della Salute per il trasporto merci

Dopo il "dress code", arrivano i droni in ospedale
Utilizzare dei droni ad idrogeno come supporto alla logistica nella sanità torinese: potrebbero essere utilizzati per riuscire a portare le merci per consegnare in tempi più veloci, anche in casi di congestione stradale, e in tutte le aree, anche le più tortuose per i mezzi.
L'idea, presentata da Thomas Schael (Commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino), è dunque quella di utilizzare la mobilità aerea come alternativa a quella urbana, promuovendo innovazione tecnologica e la mobilità pubblica e quella privata. 

Il mercato professionale dei droni in Italia oggi vale 160 milioni di euro con una crescita del 10% nel 2024 rispetto all’anno precedente.
In Piemonte i principali casi applicativi, ad oggi rilevati, sono per il 30% dei casi legati alla sicurezza e sorveglianza in ambito pubblico (droni utilizzati dal corpo nazionale dei Vigili del fuoco e dall’Arma dei Carabinieri per sorvolare i parchi della città), per il 17% per il trasporto di merci in ambito logistico, per il 13% legati ad ispezioni e sopralluoghi in ambito pubblico (sopra la città di Torino per mappare le buche stradali) ed infine per il 13% legati a riprese e spettacoli aerei (spettacolo di droni durante la festa di San Giovanni).

E poi per la Città della Salute non sarebbe "il primo rodeo": i droni sono già stati utilizzati per il trasporto degli organi e di materiale biologico. Il trasporto di merci, tuttavia, si trova ancora in una fase iniziale di sviluppo e sperimentazione ma l'obiettivo è di rendere presto il progetto operativo.

Vi è inoltre anche un vantaggio ambientale: l’utilizzo di droni, in particolare ad idrogeno verde, potrebbe

  • una riduzione significativa della quantità di CO2 prodotta;
  • la creazione di nuovi posti di lavoro;
  • la centralizzazione delle logistiche dei beni sanitari e delle centrali di produzione del farmaco;
  • la decentralizzazione dell’erogazione di cure mediche;
  • l’implementazione di innovativi sistemi distributivi abbinati a progetti di teleconsulto, telemedicina e telefarmacia ed il conseguente ulteriore efficientamento dell’intera catena distributiva ed erogativa delle prestazioni.

Creare un’area cargo dedicata all’utilizzo dell’idrogeno verde negli aeroporti italiani (modello Padova) è un passo significativo verso un futuro più sostenibile ed innovativo nell’ottica della decarbonizzazione degli aeroporti, partendo dalla creazione di un ecosistema all’avanguardia, cruciale per il successo della transizione all’idrogeno verde. L’ecosistema dovrebbe prevedere l’installazione di un impianto per la produzione, lo stoccaggio e l’erogazione di idrogeno verde, la realizzazione di un vertiporto e l’utilizzo di flotte di droni alimentate ad idrogeno verde per il trasporto delle merci, a partire da quelle sanitarie, utilizzando l’aeroporto come base madre operativa.

In quest’ottica l’intervento di Schael è stato programmatico in vista del futuro Parco della Salute, della Scienza e dell’Innovazione di Torino. In quella che è una prima ipotesi progettuale, l’aeroporto di Torino Caselle, con l’aeroporto di Cuneo Levaldigi a supporto, potrà costituire l’hub logistico quale base operativa per i droni.

Infine Schael prevede l’inserimento nella logistica degli ospedali anche di mezzi a terra, quali carrelli elevatori, AGV, trattorini per traino merci e mezzi a terra per la mobilità, sempre alimentati ad idrogeno, un vettore energetico in grado di rendere concretamente le strutture ospedaliere un punto di riferimento per l’innovazione sostenibile. Come nel caso degli aeroporti, anche gli ospedali del futuro dovranno essere “carbon free”.

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