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LA STORIA

«Misurarmi con i drammi mi ha spinto a donare il plasma»: Federico, giornalista e donatore

Sono pochi, sono volontari e non remunerati: eppure sono, realmente, essenziali

«Misurarmi con i drammi mi ha spinto a donare il plasma»: Federico, giornalista e donatore

Federico durante la donazione di qualche giorno fa

Sono volontari e non remunerati: i donatori di plasma. Fondamentale per creare farmaci salvavita, essenziale per soggetti ustionati o affetti da particolari patologie neoplastiche: il plasma è il componente liquido del sangue nel quale sono sospesi i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. Rappresenta più della metà del volume di sangue ed è composto principalmente da acqua in cui sono disciolti sali minerali (elettroliti) e proteine.
E tornando ai donatori: sono, ancora, pochi. Tra loro c’è Federico, il nostro cronista. Donatore di sangue dal 2021, da dicembre ha deciso di donare anche il plasma.


«Dura circa 40 minuti, il procedimento è simile a quello della donazione del sangue. Le donazioni vanno fatte a distanza di due settimane prima e dopo quelle di sangue, per un totale di otto volte l’anno. No, non fa male. Ad eccezione di quando mi tirano via lo scotch dal braccio, lì un po’ soffro» scherza.
Di plasma, dicevamo, c’è sempre bisogno.
Basti pensare che può tornare utile anche a chi non ha abbastanza anticorpi o a coloro di cui le resistenze siano abbassate a causa di una chemioterapia o una radioterapia. Infatti, mentre il donatore di sangue si reca volontariamente a donare, quelli di plasma vengono cercati al telefono dai dottori stessi.
«È un gesto di generosità che non costa nulla, se non un po’ del nostro tempo». Spontanea, l’ultima domanda: perché? «Vedo e scrivo quasi ogni giorno di incidenti, drammi, tragedie. A modo mio mi misuro quotidianamente con casi dove il plasma può salvare una vita in bilico».

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