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L'incontro

Università di Torino, aspiranti rettori a confronto. L’idea? «Imprese nell’ex Moi»

Alleanza per Torino ospita il primo incontro tra i candidati e Lo Russo ne "approfitta" per rimettere sul piatto le arcate delle Olimpiadi

Università di Torino, aspiranti rettori a confronto. L’idea? «Imprese nell’ex Moi»

Fuga dei cervelli, rapporto con le imprese e con la Città e politiche abitative: sono alcuni dei macro argomenti su cui si sono confrontati i tre candidati a rettore dell’Università, ospitati ieri dalla neonata Alleanza per Torino e moderati dal presidente Pietro Garibaldi e dal sindaco Stefano Lo Russo (al Centro italiano per la fotografia di via delle Rosine).

Cristina Prandi, Laura Scomparin, già vicerettrici, e Raffaele Caterina, direttore del dipartimento di Giurisprudenza, sono partiti dal titolo dell’incontro: “Come si diventa città universitaria”.

Sull’emigrazione dei talenti prodotti “in casa”, i candidati sono più o meno d’accordo: il tema non è tanto “trattenerli”, quanto mantenere una certa attrattività, in primis in termini di offerta formativa. Una “modalità blended”, è quella che propone Caterina, «che consenta una gestione flessibile di calendari e lezioni. Non dobbiamo competere con gli “esamifici” (le università telematiche, ndr)». «Bisogna fare sistema, costruendo un’offerta formativa sostenibile e ripianando lo squilibrio delle facoltà Stem», sostiene invece Prandi. «C’è un forte disequilibrio», conferma Scomparin, che ipotizza la rimozione del numero chiuso sulle Stem (cioè le materie scientifiche) «per non impattare con le crescenti richieste di mercato». Che il numero degli iscritti possa aumentare, però, sembra difficile alla luce dell’invecchiamento della popolazione: «Nel 2040 Torino perderebbe 20mila studenti», afferma Garibaldi. «Bisogna snellire le procedure burocratiche e farsi intermediario attivo con le imprese», propone Caterina. «Saranno loro a dirci di che competenze hanno bisogno, invece di fare noi l’elenco», dice Scomparin.

In generale, i candidati sono d’accordo sul creare spazi di “catalizzazione” (sull’esempio delle Ogr). Uno di questi potrebbe essere proprio le arcate del Moi: «Come incubatore per imprese biomediche, in collaborazione tra Politecnico e Università ed in ottica di futuro Parco della Salute. È uno dei progetti in cui Compagnia di San Paolo ha dichiarato di voler investire entro il 2025», dichiara Lo Russo. Ma il nodo più difficile da sciogliere probabilmente sarà quello dei posti letto: «L’idea che l’Università debba farsi promotrice di un incontro tra i bisogni di studenti e offerta privata è imprescindibile. Un’ipotesi è la creazione di uno studentato alle Molinette», dice Caterina. «La politica deve rispondere - conclude Prandi -Si deve decongestionare il centro e sviluppare un campus in cintura, raggiungibile coi mezzi pubblici. Nei primi 100 giorni l’obiettivo è un tavolo condiviso. Bisogna allargare la visione».

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