Cerca

La storia

Torino contro Leroy Merlin: in palio (quasi) 1 milione di euro per i lavori al centro commerciale

La Città e il colosso francese sono in guerra giudiziaria da un decennio: ecco perché

Torino contro Leroy Merlin: in palio (quasi) 1 milione di euro per i lavori al centro commerciale

Da una parte, il Comune di Torino, che da oltre 10 anni prova a incassare quasi 1 milione di euro. Dall’altra, Leroy Merlin, che quei soldi non vuole proprio versarli. E in mezzo ci sono i giudici, che danno ragione un po’ a uno e un po’ all’altro. Risultato, la “guerra” fra la Città e il colosso francese continua e sta per finire in tribunale per la quarta volta.

Alle Porte di Torino

Sarebbe anche una sfida divertente se di mezzo non ci fossero soldi destinati alle casse pubbliche. Ma che il privato, forse, non deve pagare. Di certo c’è il punto di partenza, cioè l’ampliamento del centro commerciale “Le Porte di Torino”, in corso Giulio Cesare angolo corso Romania. Dov’erano partiti i lavori per il punto vendita Leroy Merlin (poi inaugurato a dicembre 2016).

Il Comune aveva messo nero su bianco che il cantiere non avrebbe dovuto pagare il canone di occupazione del suolo pubblico, il cosiddetto Cosap. Salvo poi rettificare e spiegare che quella indicazione era “frutto di errore materiale”. E, di conseguenza, partire all’attacco per chiedere il versamento di poco meno di 1 milione di euro, 917.325,68 per la precisione. Ma quando la Soris ha inviato l’ingiunzione di pagamento, il colosso francese del bricolage si è opposto e ha trascinato Torino al tribunale civile.

Quattro processi

Una volta messi in mezzo avvocati e magistrati, Leroy Merlin ha pure vinto: i giudici hanno dichiarato “la nullità dell’intimazione di pagamento” e quindi “non dovuto il pagamento del canone di occupazione di suolo pubblico”. Discorso chiuso, quindi? Macché, visto che la Città ha fatto ricorso alla Corte d’Appello. E stavolta è stata lei a trionfare: i giudici di secondo grado hanno stabilito che l’esenzione fosse dovuta solo per la parte degli oneri di urbanizzazione e per la costruzione del punto vendita, come previsto dalla convenzione fra ente pubblico e costruttori. Però hanno ridotto la cifra da versare a 673.903,46 euro (circa il 30% in meno della somma iniziale).

A quel punto Leroy Merlin non si è arreso ed è andato ancora davanti alla Corte di Cassazione, con i magistrati romani che hanno ribaltato di nuovo la sentenza di secondo grado. E, “in parziale accoglimento del ricorso”, ha rinviato tutto alla Corte d’Appello di Torino. Quindi servirà un quarto processo per mettere la parola fine a una guerra che si trascina da praticamente 10 anni. E chissà a chi daranno ragione i giudici questa volta.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.