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Il caso

Lavorano per 40 anni in Comune e restano esclusi dal premio di merito. “Ingiusto, andremo per vie legali”

Sono 357 i pensionati comunali di Torino che sono stati beffati una nuova clausola. Per loro un danno fino a 1.600 euro annui

Lavorano per 40 anni in Comune e restano esclusi dal premio di merito. “Ingiusto, andremo per vie legali”

Lavorano per 40 anni in Comune e restano esclusi dal premio di merito. “Ingiusto, andremo per vie legali”

Lavorare per 40 anni in Comune ma essere esclusi da un premio di merito che permetterebbe un differenziale di stipendio fino ai 1600 euro in più annui. Una beffa per 357 ex dipendenti del Comune di Torino che per “colpa” di un accordo integrativo al ccnl, firmato a novembre del 2022 tra la Città di Torino e i sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Csa), non sono stati inseriti in graduatoria. E che per questo minacciano di passare alle vie legali. Con una nuova clausola aggiuntiva - quella incriminata -, si prevede, infatti, che chi non fosse più in servizio dal 6 dicembre 2023 non possa essere inserito in graduatoria. Anche se il premio si riferisce agli anni di lavoro arretrati. Pur avendo correttamente lavorato in quel periodo, quindi, i 357 ex dipendenti, saranno tagliati fuori, senza neanche saperlo. 

«Un’invenzione, questa, evidentemente aleatoria e pretestuosa, non prevista dal contratto nazionale e sulla quale gli esclusi sollevano forti dubbi di legittimità, così come ha sancito una recentissima ordinanza della Cassazione che si è pronunciata a favore di un “neo-pensionato escluso”», è lo sfogo portato da alcune portavoce dei dipendenti, Gloriana Pavese e Carmen Bonaventura, in Sala Orologio. 

In quest’occasione le commissioni al Bilancio e al Lavoro si sono riunite per cercare di dare una risposta agli indisposti ex dipendenti pubblici. «Ribadisco la mia vicinanza umana a questi lavoratori, ma l’accordo è stato firmato dai sindacati ed è pienamente legittimo, noi come Giunta non possiamo non rispettare accordi siglati anche dalle associazioni sindacali», la replica della vicesindaca Michela Favaro a seguito del richiesto approfondimento giuridico. In più l’Amministrazione difende la scelta di aver “accorciato” l’orizzonte temporale della misura (a 2 anni) in modo da consentire - a parità di fondo - più beneficiari. «Anche in questo caso ci saranno di sicuro state delle esclusioni», si sostiene. 

Una risposta che lascia amareggiati gli ex dipendenti: «Così si fanno figli e figliastri. Lascia l’amaro in bocca - commentano - questa disparità di trattamento riservata ai dipendenti comunali, disappunto rinforzato dall’osservare come gli analoghi accordi locali siglati dai medesimi sindacati con Città Metropolitana e Regione per i rispettivi dipendenti non abbiano previsto una simile grave discriminazione. Passeremo ad avvocati e ispettorato», promettono. Raccogliendo anche eventuali altre segnalazioni attraverso l'indirizzo email differenziale2023@gmail.com

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