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IL CASO

Quando la Tari arriva due volte e non si può fare nulla (o quasi)

L’inghippo avviene quando si cambia il domicilio e non c’è Soris che tenga

Quando la Tari arriva due volte e non si può fare nulla (o quasi)

Per alcuni utenti la Tari si paga non una ma ben due volte

Ha cambiato casa da quasi un anno Alberto, trasferendosi nell’appartamento della madre in corso Casale, perché anziana e invalida, in modo da darle una mano nella vita quotidiana. Eppure pochi giorni prima di Pasqua si è ritrovato nella buca delle lettere una “doppia bolletta”. O meglio, una bolletta con due canoni Tari, accorpati: uno relativo a un monolocale in Santa Rita, di cui è proprietario, «che è giusto che paghi», ammette subito. Ma l’altro, relativo a un appartamento di via Miglietti 4, in San Donato, che «non è più casa mia. Non ci vivo più da mesi», dice. E poco tempo - fine maggio - per “scagionarsi”, prima di incorrere in mora.

E’ almeno dal settembre dello scorso anno, infatti, che il suo cambio domicilio è stato ufficialmente accettato, a qualche mese dalla presentazione della domanda al Caf, ma agli uffici che si occupano dell’esazione della tassa l’informazione non sembra recepita. «Strano, però, che all’indirizzo di mia mamma sia pervenuto subito l’aumento della Tari, segno che è stato recepito il fatto che ora abito con lei. E che la bolletta sia arrivata all'indirizzo giusto, dimostrando che conoscono il mio domicilio», spiega. 

Da allora è iniziata una trafila partita da via Vigone 80, sede dell’Ufficio di riscossione delle imposte locali Soris, che lo ha rimandato ad un call center, a cui però nessun operatore risponde mai. «L’ultima volta mi ha lasciato in attesa per due ore senza che rispondesse nessuno, così mi sono recato in corso Racconigi 49, la sede dell’Ufficio tributi del Comune, per scoprire che eravamo in tanti ad essere in questa situazione», racconta affranto Alberto.

Una fila di circa venti persone, in un viavai dalla portineria degli utenti infuriati: «Serve l’appuntamento». «Ma è impossibile prenderne uno. Sono mesi che chiamo», il botta e risposta di ieri tra l’usciere e chi attendeva in fila sperando di riuscire ad entrare anche senza l’ambitissimo appuntamento. Tra questi c’era anche Alberto, che per arrivare a capo della questione ha dovuto tenere il suo negozio di tappeti orientali chiuso per un’intera mattinata. «Poi ho chiamato la Polizia, sono venuti, hanno confabulato con qualcuno dell’Ufficio e ci hanno detto: “Ci sono troppi pochi centralinisti, non risponderanno mai”. Quasi a dirci: arrendetevi», continua raccontando le sue peripezie.

E, in effetti, tra le segnalazioni del comitato spontaneo di cittadini TorinoinMovimento, ci sono altre segnalazioni che lasciano poche speranze: «all’Ufficio Tari mi risponde sempre l’operatore 145 che dal lunedì mi chiede di telefonare venerdì, il venerdì mi rimanda al lunedì, e così via per poi dirmi, a inizio aprile, che non prendono appuntamenti perchè le agende sono chiuse e di richiamare a luglio», scrive Valentina.

Nel frattempo, dagli uffici Tributi stanno verificando le segnalazioni pervenute, ma poco meno di una settimana fa l’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli riportava: «un significativo rallentamento delle attività di gestione delle utenze, legato alla migrazione ad un nuovo sistema informatico». E chissà quante pratiche sono coinvolte in questa “rallentata gestione delle utenze”.

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