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Il caso
27 Aprile 2025 - 12:14
Era stata approvata all’unanimità lo scorso 24 febbraio la delibera che ha definito scadenze, modalità di versamento e agevolazioni relative alla tassa sui rifiuti (la Tari) per il 2025.
E nell’ultima riunione del Consiglio comunale spunta un buco: 1.027.000 euro, dovuti alla migrazione ad un nuovo sistema informatico, determinando «un significativo rallentamento delle attività di gestione delle utenze, impedendo nuove iscrizioni e accertamenti», ha dichiarato l’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli. Una ridotta capacità di accertamento, quindi, che rischia gravare ulteriormente sul bilancio, se consideriamo l’alto tasso di defezione dei torinesi lo scorso anno, che aveva portato a 53 milioni non riscossi (il 12% degli accertamenti).
Una situazione straordinaria che «sicuramente ha contribuito alla riduzione della base imponibile registrata a fine 2024 e inizio 2025. Pertanto - recita la delibera - per compensare e in previsione del recupero delle attività arretrate, è stata introdotta una ulteriore componente in riduzione, valutata prudenzialmente pari a 1.027.733 euro».
Nulla da temere, quindi, secondo la Giunta, che avrebbe messo in conto il recupero e l’ottimizzazione delle riscossioni, grazie al nuovo software. Ma resta da attenzionare, per il consigliere Pd Pierino Crema il contributo perequativo dovuto dalla Città ad Arera: «che non si paga sull’incassato, bensì su quanto i cittadini dovrebbero pagare ma non è detto che paghino. Questo rischia di essere foriero di problemi per i bilanci degli enti», ammonisce.
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