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Lavoro
06 Maggio 2025 - 20:50
I lavoratori di McDonald’s Italia tornano a mobilitarsi per ottenere un contratto integrativo aziendale, previsto dal CCNL della ristorazione rinnovato il 5 giugno 2024. Dopo diverse azioni di protesta nelle scorse settimane, mercoledì 7 maggio si svolgerà uno sciopero nazionale di 8 ore, coincidente con la convention annuale dei licenziatari McDonald’s al Palacongressi di Rimini.
I sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs accusano McDonald’s e i suoi licenziatari di rifiutare il confronto sulla stipula di un contratto integrativo, nonostante la crescita del brand, anche durante la pandemia.
La protesta continuerà fino a quando la multinazionale non aprirà un tavolo negoziale, come già avviene con altri operatori del settore. Durante la manifestazione a Rimini, è previsto anche un flash mob per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vertenza. I rappresentanti dei lavoratori sottolineano come un contratto di secondo livello sia necessario per garantire migliori condizioni economiche e normative agli oltre 4.000 dipendenti della McDonald’s Company e ai circa 31.000 lavoratori impiegati nei punti vendita in franchising.
McDonald’s è il maggiore datore di lavoro nel settore della ristorazione commerciale in Italia. Attualmente, il colosso americano opera con 740 ristoranti, suddivisi in:
60 locali a gestione diretta (8%).
680 locali in franchising (92%).
35.000 lavoratori impiegati, tra diretti e affiliati.
Secondo i sindacati, questi numeri mostrano l’importanza di un contratto migliorativo, dato che molti dipendenti operano in condizioni meno favorevoli rispetto a quelle offerte da altre catene che hanno già siglato contratti integrativi.
Un contratto integrativo aziendale è un accordo che completa e migliora il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), adattando le norme alle esigenze di un’impresa o di un territorio.
Nel caso della vertenza McDonald’s, i sindacati chiedono: Premi di produzione e bonus legati a obiettivi (qualità, produttività, presenza). Maggiorazioni su straordinari, festivi e notturni. Rimborsi spese, buoni pasto e benefit aggiuntivi. Orari più flessibili, con regole chiare su turnazioni e part-time. Assistenza sanitaria integrativa e fondo pensione. Misure di conciliazione vita-lavoro, supporto per figli e mobilità. Corsi di formazione e crescita professionale.
Queste richieste mirano a migliorare la qualità del lavoro e garantire maggiore tutela ai dipendenti della catena. La protesta dei lavoratori McDonald’s potrebbe proseguire a lungo, come accaduto in Danimarca, dove la battaglia sindacale per ottenere un contratto di secondo livello è durata due anni.
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