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Il raid vandalico
09 Maggio 2025 - 11:50
Viviamo in un periodo in cui l'inclusione dovrebbe essere la norma, ma il progetto ToHousing+ si trova nuovamente al centro di un attacco vandalico. Un cartello da cantiere, situato in corso Farini 20, è stato imbrattato con la scritta "Una volta era uno studentato popolare". Questo gesto, apparentemente insignificante, nasconde una profonda resistenza al cambiamento e all'accettazione delle diversità. Ma cosa rappresenta realmente ToHousing+ e perché suscita tali reazioni?
ToHousing+ è un'iniziativa dell'associazione Quore, nata con l'obiettivo di offrire un rifugio sicuro alle persone della comunità LGBTQ+ che si trovano in emergenza abitativa. La struttura, oltre a fornire alloggi, mira a diventare un centro di aggregazione per la comunità, promuovendo spazi di incontro e dialogo. Tuttavia, non è la prima volta che il progetto viene preso di mira. Già a gennaio, attivisti di destra legati ad Avanguardia Torino avevano esposto uno striscione provocatorio che recitava: "ToHousing accogliente ed ospitale solo con gli omosessuali".
Di fronte a questi attacchi, l'associazione Quore non si lascia intimidire. "Questo progetto è nato per offrire risposte concrete a chi troppo spesso è costretto a vivere ai margini", dichiarano i rappresentanti dell'associazione. La loro missione è chiara: costruire diritti, cura e comunità per garantire dignità e sicurezza a chi è ancora vittima di esclusione e violenza. Ogni atto vandalico, ogni scritta piena di odio, non fa che rafforzare la loro determinazione a proseguire su questa strada.
La scritta sul cartello da cantiere non è solo un atto di vandalismo, ma un simbolo di una battaglia più ampia. È un richiamo alla necessità di continuare a lottare per l'uguaglianza e l'inclusione, mattone dopo mattone. "Noi ovviamente non ci scoraggiamo", affermano da Quore. "Continueremo a costruire spazi liberi, aperti, umani". Un messaggio di speranza che risuona forte e chiaro, nonostante le difficoltà. La reazione della comunità non si è fatta attendere. Marta Sara Inì, coordinatrice della IV Commissione alla 7, ha espresso la sua solidarietà all'associazione Quore, dichiarando: "Sempre dalla vostra parte mi troverete". Un segnale importante che sottolinea come, nonostante le divisioni, esista un fronte comune pronto a sostenere chi si batte per i diritti di tutti.
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