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LA STORIA

Scott, dal canile al Nucleo Cinofilo: Era di un pusher, adesso scova la droga

Il suo arrivo coincide con un lutto per l’unità: Joy, per sette anni punta di diamante dell’antidroga

Scott, dal canile al Nucleo Cinofilo: Era di un pusher, adesso scova la droga

Scott con Coviello

Fino a pochi mesi fa camminava accanto a uno spacciatore fungendo da vedetta involontaria durante le cessioni di droga. Oggi, quel cane dallo sguardo attento è pronto a entrare nella polizia municipale come agente operativo del Nucleo Cinofilo.
E’ Scott, ha due anni e mezzo, è un Pastore belga Malinois ed è il primo cane adottato da un canile ad entrare nell’unità torinese. Una scommessa concreta sulla possibilità di unire efficienza e sensibilità nel lavoro delle forze dell’ordine. Scott non è nato per essere un cane poliziotto. O almeno, non lo era nel suo passato recente. Faceva da "guardia" a un piccolo trafficante di droga, annusava il pericolo prima che arrivasse, viveva tra la tensione e la marginalità urbana. Dopo l’arresto del suo proprietario, era stato affidato alla madre dell’uomo. Troppo impegnativo per lei, è finito nel canile municipale di strada Cuorgnè 139. È lì che avviene l’incontro decisivo con il vicecommissario Vito Coviello, istruttore storico del reparto cinofilo della polizia locale di Torino.

Scott con Porcedda e Coviello


Coviello aveva da poco perso Joy, il suo cane poliziotto, morto improvvisamente a causa di una sospetta torsione gastrica. Joy era una leggenda dell’unità: per sette anni ha individuato chili di droga nascosti nei nascondigli più impensabili.
Quando Coviello conosce Scott, scatta qualcosa. «È un cane con un passato particolare, ma anche con grandi doti. Motivazione, equilibrio, voglia di giocare: qualità fondamentali per l’addestramento» racconta. Dopo una fase di osservazione, Scott viene ufficialmente adottato. Vivrà a casa di Coviello, proprio come Joy. Dal canile all’unità operativaL’addestramento durerà sei mesi. Niente coercizione, solo rinforzi positivi e un’intensa relazione affettiva. «Se un cane è motivato, il resto arriva. Basta una pallina e si accende», spiega Coviello. Scott ha già dimostrato di comprendere comandi base e di essere predisposto alla predazione, una qualità cruciale per i cani antidroga. Anche se non è stato selezionato da cucciolo come i suoi predecessori, possiede una vitalità sorprendente: «Appena uscito dal canile, ha camminato per oltre cinque chilometri con l’altro mio cane. Era inarrestabile».


È la prima volta che il Nucleo Cinofilo della municipale adotta un cane anziché acquistarlo da un allevamento. «È una scelta etica ma anche strategica — spiega l’assessore alla Legalità e Sicurezza Marco Porcedda —. Abbiamo unito due esigenze: liberare i canili da cani con potenzialità inespresse e rispondere ai bisogni operativi delle forze dell’ordine. Scott è l’esempio perfetto di questa sinergia». Dall’illegalità alla legalità, senza che lui ne fosse mai davvero consapevole.
Un passato di inconsapevole complicità con il crimine si trasforma in un futuro da difensore della legalità. Il cane che un tempo proteggeva uno spacciatore, oggi darà la caccia a chi spaccia.
«Il fatto che sia arrivato proprio ora, in un momento di lutto per la nostra unità, mi piace pensare che non sia un caso», confida Coviello. «Joy non sarà mai sostituita, ma Scott ci dà la forza di ripartire».
L’esperienza torinese apre la strada a un modello alternativo per l’impiego dei cani nelle forze dell’ordine. Non solo allevamenti specializzati e cuccioli selezionati, ma anche adozioni consapevoli, con l’obiettivo di valorizzare animali già testati dalla vita, spesso più resilienti e pronti all’azione.

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