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SALONE DEL LIBRO 2025
17 Maggio 2025 - 13:44
«Ci sono vie, periferie, interi quartieri, diventati inaccessibili per le donne. O meglio, si può andare, ma non senza indossare il velo. Che tu lo voglia o no».
Con questo racconto il collettivo francese Nemesis ha portato la testimonianza di quanto sta succedendo in Francia al Salone del Libro. Il movimento femminista di estrema destra combatte per la sicurezza delle donne, individuando l'immigrazione di massa come il più grande pericolo del genere femminile. L'evento, organizzato grazie l'assessore regionale al Welfare, Maurizio Marrone, è stato intitolato "la sicurezza è donna".
Le tre attiviste, Astrid, Mathilda e Anais, sul palco dello Spazio Argento hanno avvertito l'Italia di prendere provvedimenti prima di "fare la stessa fine della Francia". Abbiamo avuto 40 anni di politiche sbagliate. Non fate il nostro stesso errore.
«La differenza - racconta Astrid, che vive tra la capitale italiana e Parigi - la si avverte anche solo arrivando in aeroporto. A Roma mi sento tranquilla. A Parigi ho una sensazione orribile di insicurezza, mille occhi e spray al peperoncino alla mano. Le aggressioni sono all'ordine del giorno, eppure quando le denunciamo veniamo etichettate come razziste. Una volta all'aeroporto parigino il taxi non mi ha fatta salire perché ero "una donna accompagnata". Questo è quello che stiamo vivendo».
«La colpa è dell'immigrazione di massa - aggiunge Mathilda - toglie libertà alle donne. La sinistra difende il diritto al velo quando in Iran le sorelle lottano per poterlo togliere. Ci si nasconde dietro la tesi che siano le stesse donne a scegliere, di accettare la posizione di superiorità dell'uomo. E questo le rende sempre più invisibili».
«Il femminismo per noi è essere femministe e femminili - dice Anais - Per troppo tempo la sinistra si è appropriata di questo termine ma non lo sono. Per questo noi lottiamo, e siamo femministe sì, ma di destra».
Astrid ha concluso dicendo: «Signore, ragazze, iniziate a fare politica per la vostra sicurezza. Fatelo per le vostre figlie, madri e sorelle».
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All'incontro è intervenuto anche l'assessore regionale Maurizio Marrone: «Ho invitato il collettivo, poiché è il primo che ha iniziato a dire e combattere su temi che la sinistra ignora per dei tabù ideologici. Quando la violenza arriva da una cultura diversa dalla nostra stanno in silenzio. L'immigrazione non regolata è un problema anche piemontese, torinese, delle nostre periferie. E le donne sono coloro che subiscono maggiormente».
«Più che un discorso femminista mi è sembrata un evento elettorale- commenta a margine la consigliera 5 stelle Sara Disabato - Dicono tanto votate a destra, ma il problema dell'immigrazione lo stanno vivendo anche i loro governi amici, dicono tanto delle periferie quando c'è da fare propaganda, ma poi? Non si può parlare di sicurezza della donna escludendo la prevenzione e l'educazione».
«Non è una questione culturale. Turetta cos'era? Chi ha ucciso Sara Campanella cos'era? E' l'uomo in sé che non accetta l'emancipazione della donna», ha concluso.
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