Cerca

Il fatto

Festa parrocchiale zittita per quiete pubblica: scoppia il dibattito sulla mala-movida di Santa Giulia

L’assessore Porcedda risponde al question time dopo lo stop all’oratorio. E rispunta l’ipotesi del vigile di quartiere

Movida a Santa Giulia

Movida a Santa Giulia

L’irruzione alle 23.38 dello scorso sabato 10 maggio, ben otto minuti dopo il “coprifuoco”, della pattuglia che – tra le scuse di don Paolo Pietroluongo – ha interrotto la festa dell’oratorio di piazza Santa Giulia per disturbo della quiete pubblica, ha scatenato forti reazioni. In tanti si sono chiesti come sia possibile che una manifestazione parrocchiale venga zittita, mentre il caos della cosiddetta “mala-movida” resta incontrollato. Una notizia così surreale che alcuni hanno inizialmente pensato ad una fake news. «Alla quarta segnalazione siamo dovuti intervenire», ha detto l’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda in Consiglio, nel corso di un question time chiesto dal capogruppo dei Moderati Simone Fissolo. «Sembra che la legge non sia uguale proprio per tutti», ha replicato quest'ultimo.

Proprio per la sua assurdità, l’episodio ha riportato l’attenzione su quello che da anni è il vero problema di Santa Giulia. La mala-movida, che racchiude spaccio, abuso di alcolici – difficile da arginare anche a causa dei minimarket – e assembramenti che si protraggono fino all’alba. E con l’arrivo del bel tempo si teme un peggioramento. «Lavoriamo con agenti in borghese e prevediamo attività di contatto e sinergia con i commercianti, molti sono stati proattivi», ha rassicurato Porcedda.

Quest’anno sono 53 le sanzioni emesse per violazioni della quiete pubblica, il divieto di vendita di bevande in contenitori di vetro e di alcolici nei confronti di minori (per cui è prevista la sospensione della licenza agli esercizi commerciali). Ma, per il momento, il modello d’intervento non cambierà: «Più pattuglie è complesso, e non sarebbe la soluzione», dice Porcedda. L’assessore non esclude l’ipotesi del vigile di quartiere, come deterrente della sicurezza: «E’ la direzione in cui stiamo andando ma in un’ottica di servizio di prossimità alla polizia locale, non per fare “paura” allo spacciatore, altrimenti mettiamo in pericolo gli stessi vigili», conclude.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.