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Spazio
21 Maggio 2025 - 16:35
L’aumento della presenza umana nello spazio, con missioni scientifiche, satelliti commerciali e infrastrutture per la connettività globale, ha portato a un problema sempre più urgente: l’accumulo di detriti spaziali. Secondo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), nel 2025 saranno circa 40mila gli oggetti tracciati in orbita, con un incremento del 18% rispetto al 2020, ma solo 11mila di questi sono satelliti attivi. Se si considerano anche i frammenti più piccoli e non tracciabili, il numero supera i milioni, rappresentando una minaccia per le missioni spaziali a causa della possibilità di collisioni ad alta velocità che possono generare una reazione a catena.
Per fronteggiare questa emergenza nasce la Space Situational Awareness (SSA), un sistema di monitoraggio e tracciamento in tempo reale dell’ambiente orbitale tramite reti di sensori a terra e nello spazio. La SSA consente di prevedere potenziali collisioni e di pianificare manovre correttive per proteggere i satelliti. Un passo avanti in questo settore è rappresentato dall’integrazione tra SSA e intelligenza artificiale di bordo, che permette a satelliti sempre più autonomi di evitare detriti senza attendere istruzioni da Terra. Questa autonomia riduce gli effetti di latenza e le difficoltà legate all’assenza di dati su detriti “non collaborativi”, consentendo manovre tempestive e più sicure.
In questo ambito, la startup torinese AIKO si distingue per lo sviluppo di software avanzati basati su AI e automazione per applicazioni spaziali. In collaborazione con l’ESA, università e partner internazionali, AIKO partecipa a due progetti innovativi: il primo, inserito nell’iniziativa “Zero Debris Approach” dell’ESA, punta a ridurre i detriti con una piattaforma che pianifica autonomamente manovre evasive direttamente a bordo dei satelliti. Il secondo progetto, SHIELD, mira a creare satelliti intelligenti capaci di prevenire guasti, evitare collisioni e garantire un rientro sicuro al termine della missione.
“I satelliti del futuro saranno agenti autonomi in grado di adattarsi a un ambiente spaziale in continua evoluzione, prendendo decisioni indipendenti e collaborando per preservare lo spazio per le generazioni future”, spiega Lorenzo Feruglio, CEO e co-founder di AIKO. L’azienda vuole costruire un ecosistema orbitale più sicuro e sostenibile, in cui ogni satellite contribuisca attivamente alla protezione dello spazio, prevenendo la formazione di nuovi detriti e riducendo l’impatto ambientale anche nella fase di fine vita.
Tra le iniziative più rilevanti, spicca il progetto per CubeSat, piccoli satelliti modulabili e facilmente lanciabili. Grazie a un consorzio finanziato dall’ESA e guidato da ION-X con la partecipazione di AIKO France, Space Inventor e Aldoria, si sviluppa un sistema autonomo che integra un propulsore a liquido ionico, un monitoraggio da terra basato sulla SSA e un software di bordo AI che valuta il rischio di collisione in tempo reale e attua manovre evasive automatiche. L’innovazione sta nell’architettura ibrida che unisce dati terrestri e autonomia onboard, garantendo risposte rapide anche in condizioni di comunicazione limitata.
Il progetto SHIELD, guidato da AIKO in collaborazione con Tyvak International e l’Università di Torino e finanziato dall’ESA, sviluppa satelliti capaci di gestire autonomamente rischi, mantenere prestazioni elevate e assicurare un rientro sicuro. Il sistema operativo intelligente combina controllo onboard e supporto da terra, con algoritmi di health monitoring per prevenire guasti e ottimizzare le operazioni. Un’innovativa fotocamera per CubeSat, sviluppata dall’Università di Torino, consente inoltre il rilevamento diretto dei detriti in orbita.
Feruglio sottolinea che questi progetti sono complementari e integrabili, affrontando le diverse sfide della sostenibilità spaziale: prevenzione attiva, resilienza, affidabilità e ispezione autonoma per manutenzione futura. “Il nostro obiettivo è trasformare i satelliti in guardiani intelligenti dello spazio, creando un ecosistema orbitale collaborativo, autonomo e sostenibile”.
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