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SANITà & SALUTE

Torino, Città della Salute è prima in Italia per i trapianti di rene

Il capoluogo piemontese è in cima ala classifica nazionale. Schael: «Preziosi i nostri professionisti»

Torino, Città della Salute è prima in Italia per i trapianti di rene

Il Centro Trapianti di Rene "Antonio Vercellone" della Città della Salute e della Scienza di Torino (CDSS), presso l’ospedale Molinette, si conferma leader indiscusso in Italia per numero e complessità di trapianti renali. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Centro Nazionale Trapianti (CNT) di Roma, che ha analizzato l’attività dei 38 centri attivi nel Paese tra il 2002 e il 2022. Torino si distingue non solo per il volume di interventi, ma soprattutto per la capacità di affrontare i casi più complessi, ottenendo risultati eccellenti anche a lungo termine dopo il trapianto.

Negli ultimi vent’anni, in Italia sono stati eseguiti oltre 39.000 trapianti di rene, di cui circa 3.000 a Torino, pari al 7,5% del totale nazionale. Il centro torinese è particolarmente esperto nel trattare pazienti con condizioni complesse: persone anziane, chi ha già ricevuto un trapianto, chi presenta un alto rischio di rigetto o chi ha subito dialisi per lungo tempo. Grazie a questa competenza, la CDSS è riconosciuta come punto di riferimento nazionale per i casi più impegnativi.

Nonostante la difficoltà di questi interventi, Torino registra risultati di sopravvivenza superiori alla media italiana: la sopravvivenza dei pazienti è del 97,8% dopo un anno e del 92,2% a cinque anni, contro il 97,3% e il 91,5% della media nazionale. Anche la sopravvivenza dei reni trapiantati, escludendo i decessi, è più alta a Torino, con il 95,7% a un anno rispetto al 94,1% del resto d’Italia.

La forza del centro sta nella collaborazione tra diverse specialità, un lavoro che va avanti da quasi 45 anni. L’équipe di Nefrologia, guidata dal professor Luigi Biancone, segue i pazienti dal momento della preparazione al trapianto fino al controllo dopo l’intervento. Accanto a loro, ci sono la chirurgia vascolare, diretta dal dottor Aldo Verri, l’urologia universitaria con il professor Paolo Gontero e l’anestesia, affidata al dottor Maurizio Berardino.

La collaborazione tra nefrologi, chirurghi e anestesisti ha consentito al centro di gestire anche i casi più complessi, spesso esclusi in altri ospedali. Un team di medici, infermieri e specialisti in vari settori — dall’immunologia alla radiologia, dalla genetica all’anatomia patologica — lavora insieme per garantire un’assistenza completa e scrupolosa.

«Il 32% dei nostri trapiantati soffre di malattie rare, per metà di origine renale, e in gran parte legate a problematiche urologiche o vascolari. Abbiamo anche il maggior numero di pazienti trapiantati sopra i 60 anni in Italia. La nostra forza sta nella consolidata collaborazione tra nefrologia, chirurgia vascolare e urologia, che consente di includere nel programma trapianti persone spesso escluse altrove e costrette a rimanere in dialisi,» spiega il professor Biancone.

Il centro si distingue anche per l’accurato follow-up a lungo termine, realizzato in collaborazione con la rete nefrologica piemontese e di altre regioni, come confermano i dati del CNT. Inoltre, la CDSS è riconosciuta a livello internazionale per le strategie di prevenzione dell’immunizzazione nei pazienti che tornano in dialisi dopo il primo trapianto, facilitando i ritrapianti futuri. Infine, il riconoscimento e la gratitudine per i risultati raggiunti vanno sempre ai donatori e alle loro famiglie, il cui gesto di generosità resta alla base di ogni successo.

«Il report del Centro Nazionale Trapianti conferma che la Città della Salute e della Scienza di Torino è all’avanguardia in Italia nel campo dei trapianti renali. Tutto questo è reso possibile dalla collaborazione multidisciplinare di professionisti altamente specializzati, un patrimonio unico della nostra Azienda e che sarà pilastro del futuro Parco della Salute,» commenta Thomas Schael, Commissario della CDSS.

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