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IL CASO
25 Maggio 2025 - 11:25
Da sx la moglie Claudia, il signor Martino e i figli Marianna e Massimiliano
Un intervento ai limiti dell’impossibile ha salvato la vita a Martino, un uomo di 55 anni, originario della provincia di Cuneo, grazie a un trapianto di fegato in emergenza nazionale eseguito presso l’ospedale Molinette di Torino. L’uomo era stato vittima di un grave incidente sul lavoro: schiacciato da una pala agricola mentre operava all’interno del silos della sua azienda, aveva riportato un trauma addominale devastante.
L’impatto aveva causato la lacerazione del fegato e un’immediata, massiva emorragia interna. Trasportato d'urgenza all’ospedale di Cuneo in codice rosso, era stato sottoposto a un primo delicato intervento chirurgico per tamponare la perdita di sangue, “impacchettando” il fegato danneggiato. Ma non è bastato. Nei giorni successivi il paziente è tornato più volte in sala operatoria. Dopo undici giorni, il fegato ha ricominciato a sanguinare, rendendo necessario un quarto intervento. A quel punto, però, l’organo era ormai in gran parte compromesso, e l’uomo stava precipitando verso una grave insufficienza epatica. La svolta è arrivata con il tempestivo intervento del Centro Trapianti di Fegato di Torino. Il paziente è stato trasferito alla Terapia Intensiva Centralizzata delle Molinette, diretta dal dottor Maurizio Berardino, dove è stato valutato in urgenza dal professor Renato Romagnoli, direttore del Centro Trapianto Fegato, e dall’epatologa dottoressa Silvia Martini.
Inserito in lista d’attesa in super-urgenza nazionale, dopo appena 18 ore è giunta la notizia della disponibilità di un organo compatibile, segnalato dal Centro Nazionale Trapianti di Roma, diretto dal dottor Giuseppe Feltrin, tramite il Centro Regionale Trapianti del Piemonte (dottor Federico Genzano). L’intervento, guidato da Romagnoli e dalla sua équipe, ha previsto la rimozione del fegato ormai spappolato e l’impianto del nuovo organo. Dopo circa due ore di anhepatic time — ovvero senza fegato — la circolazione sanguigna ha ripreso a scorrere nel nuovo fegato, segnando l’inizio di una ripresa definita dai sanitari "miracolosa".
Nei giorni successivi si sono resi necessari altri tre interventi per completare la terapia chirurgica. A tre settimane dal trapianto, l’uomo è stato trasferito in area Semintensiva e si trova attualmente in buona ripresa. «Una grande Azienda ospedaliero-universitaria come la nostra Città della Salute e della Scienza di Torino si è nuovamente dimostrata capace di gestire un caso gravato da complessità clinica e tecnica estreme», ha commentato il commissario dell’Azienda, Thomas Schael. «Tutto questo è stato possibile grazie alla dedizione, al coraggio e alla professionalità multidisciplinare dei nostri specialisti, come solo nella nostra struttura è possibile trovare». «Una volta di più, in rete con le altre strutture ospedaliere della Regione, la Città della Salute ha dimostrato di saper offrire una risposta tempestiva ed efficace in una situazione di eccezionale gravità», ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi. «Un ringraziamento va al donatore e alla sua famiglia, che con grande generosità hanno reso possibile questo straordinario intervento».
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