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IL CASO

«Al Regina 10 casi all'anno di ependimoma» Ecco il tumore che colpisce nei primi anni

Ne parla la dottoressa Franca Fagioli, direttrice di Oncoematologia pediatrica

«Al Regina 10 casi all'anno di ependimoma» Ecco il tumore che colpisce nei primi anni

Franca Fagioli

L'ependimoma, il cancro di cui soffre Carola, è un tipo raro di tumore che si forma nel cervello o nel midollo spinale. Fa parte della famiglia dei gliomi, un gruppo di tumori che nascono dalle cellule gliali. Queste cellule hanno forma cubica e rivestono le cavità del cervello (chiamate ventricoli) e il canale centrale del midollo spinale. Una delle loro funzioni principali è produrre il liquor (o liquido cerebrospinale), che protegge e nutre il sistema nervoso centrale. A volte, una cellula gliale può subire dei cambiamenti e iniziare a crescere senza controllo.

Quando questo accade, può formarsi un tumore. Se la cellula che cambia è una cellula ependimale, allora il tumore prende il nome di ependimoma. Questo tipo di tumore può essere benigno (cioè non canceroso) oppure maligno (canceroso), e può svilupparsi sia nel cervello che nel midollo spinale. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Franca Fagioli, direttrice di Oncoematologia pediatrica del Regina Margherita: le cure della piccola Carola, infatti sono cominciate proprio nell’eccellenza sanitaria torinese. «Purtroppo si tratta di un tipo di tumore diffuso nei bambini. Colpisce solitamente nei primi 5 anni d’età» spiega Fagioli.

«Una malattia con un’aggressività variabile, a seconda di quello che è l’esito istologico: dipende da come sono le cellule dell’ependimoma, in base allo stato viene stabilito un iter terapeutico». Alla dottoressa chiediamo della prognosi: «Intermedia: i bambini possono guarire a seguito del solo intervento chirurgico, seguito da eventuali chemioterapie e/o radioterapie, oppure devono andare incontro a interventi più complessi (come nel caso di Carola, ndr) e anche a trattamenti mmunoterapici. Quando il trattamento si fa più complesso, le possibilità di guarigione non sono ottimali». Fagioli sottolinea l’importanza dei protocolli nazionali e internazionali che vengono seguiti per queste forma di trattamento «come per tutta l’area pediatrica: protocolli che assicurano la miglior linea a quel paziente, una rete che è in contatto con i principali centri europei e americani». Al Regina, ci sono circa dieci casi ogni anno, tutti inferiori ai sei anni. In Italia si ammalano 400 bambini all’anno di tumori celebrali. Non solo bambini piemontesi: i piccoli pazienti oncologici vengono presi in carico dalla Valle d’Aosta e anche da diverse regioni del Sud Italia, dove non ci sono le strutture in grado di provvedere alla cura perchè mancano le neurochirurgie.

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