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CARCERI
28 Maggio 2025 - 14:28
È approdata in Parlamento la situazione del carcere minorile “Ferrante Aporti” di Torino, al centro di un’interrogazione presentata da sei senatori al Ministro della Giustizia. Al centro della questione, denunciata in occasione di un sit-in sindacale lo scorso 9 maggio, vi sarebbero presunti comportamenti discriminatori nei confronti di agenti donne, assegnate a mansioni ritenute incompatibili con lo stato di gravidanza. I senatori firmatari — Pirro, Lopreiato, Bilotti, Marton, Licheri e Di Girolamo — chiedono se il Ministro sia a conoscenza delle criticità segnalate e quali misure intenda adottare “per accertare e risolvere” le situazioni denunciate. Tra queste, l'impiego di due agenti incinte in compiti operativi: una assegnata alla portineria armata e l’altra anche al servizio di traduzione detenuti, mansioni che – secondo quanto riferito – contrasterebbero con le normative vigenti sulla tutela delle lavoratrici in gravidanza.
La protesta, promossa dal sindacato autonomo OSAPP, ha inoltre sollevato ulteriori criticità: turni di traduzione dei detenuti su tratte fino a 1.400 chilometri senza soste intermedie, un presunto caso di declassamento nella valutazione di un’ispettrice dopo il congedo di maternità, e procedure considerate inappropriate nella gestione del personale convalescente. Preoccupano anche le segnalazioni sull’erogazione indebita di buoni pasto a personale non avente diritto, fatto che secondo il sindacato potrebbe configurare un danno erariale, e la gestione ritenuta “discrezionale” delle valutazioni del personale, non sempre basata su criteri di merito. Il quadro delineato comprende anche problemi strutturali. L’istituto, con una capienza massima di 46 posti, avrebbe ospitato fino a 56 detenuti, con casi di minori costretti a dormire su brandine o addirittura sul pavimento. Una situazione che – ricordano i senatori – è culminata nella rivolta dell’1 agosto 2024, durante la quale solo nove agenti erano in servizio, sei dei quali con appena 20 giorni di esperienza. L’intervento di quattro agenti, che riuscirono a sventare un’evasione, è stato seguito da un procedimento disciplinare ancora in corso. Per tutti questi motivi, l’interrogazione parlamentare chiede alla Giustizia di avviare verifiche rigorose su una gestione definita “gravemente carente” e di valutare l’esistenza di “un possibile clima di discriminazione sistemica nei confronti delle donne in servizio”. Il Ministero, per il momento, non ha ancora risposto.
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