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Il caso

La battaglia contro il distributore di benzina prosegue: "Vogliamo la riqualificazione, non è l'unico"

La voce dei cittadini di piazza Montanari contro il distributore: richieste di riqualificazione e trasparenza nelle decisioni istituzionali

La battaglia contro il distributore di benzina prosegue: "Vogliamo la riqualificazione, non è l'unico"

 

«Avere risposte viene considerato una seccatura, chi ricopre ruoli istituzionali pensa di poter trattare con sufficienza i cittadini». Il Comitato piazza Montanari non ci sta a rimanere inascoltato. Le risposte dell'ultimo sopralluogo di due giorni fa, a cui ha partecipato l’assessore al Verde Francesco Tresso, non convincono. 

 

"No al distributore di benzina, sì alla riqualificazione dell'area verde, delle panchine e del pavè", avanzano i cittadini.

 

Ma se per l'area verde una flebile speranza - quella dell'iscrizione nella programmazione Verde 2026 -, sul distributore il semaforo resta rosso. Riattivato lo scorso marzo, il punto ha da subito creato scompiglio. Puzza di benzina, un generatore elettrico non a norma, congestione di strade e marciapiedi, soprattutto agli orari di entrata e uscita da scuola.

 

 

Uno shock per i cittadini, che chiedevano solo venisse loro restituito “il proprio cortile”, liberandosi del distributore, rimasto fermo per almeno tre anni. «Il presupposto della concessione è l'interesse pubblico generale, ma qui per tanto tempo non c'è stata - spiegano -. Vogliamo una risposta tecnica scritta, che ci dica che l'iter è legittimo».

 

L’assessore al Commercio Paolo Chiavarino ha da subito giustificato: «La concessione è valida», proponendo - per conto del primo cittadino - un nuovo incontro a inizio mese, poi annullato ma "temporaneamente, in attesa di ulteriori sviluppi". I cittadini, però, non sono contenti. «Andremo avanti per fare rete, questo modus operandi è diffuso su tutta la città. Chiediamo una risposta scritta circa la sussistenza delle condizioni di legittimità dell’autorizzazione riferite al distributore di piazza Montanari. La normativa regionale prevede una sospensione al massimo di un anno nell'ultimo biennio...e non è questo il caso». 

L'unico in città? Il Comitato pensa di no.

 

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