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Università di Torino: verso una svolta storica con il nuovo rettore?

Cristina Prandi in testa, ma il quorum non è raggiunto. Si attende il secondo turno elettorale.

Università di Torino: verso una svolta storica con il nuovo rettore?

Università di Torino

L'Università di Torino si trova di fronte a un bivio storico, un momento che potrebbe segnare una svolta epocale nei suoi seicento anni di storia. La corsa per la carica di rettore o rettrice, che vede in lizza tre candidate di spicco, ha attirato l'attenzione non solo della comunità accademica, ma anche di chi osserva con interesse le dinamiche di cambiamento nelle istituzioni italiane. Cristina Prandi, Raffaele Caterina e Laura Scomparin sono le protagoniste di questa competizione che, al primo turno, non ha ancora decretato un vincitrice.

Cristina Prandi, professoressa ordinaria di chimica e già vicerettrice per la ricerca sotto il governo di Stefano Geuna, ha ottenuto 1.168 voti, posizionandosi in testa. Tuttavia, non è riuscita a raggiungere il quorum elettivo di 1.420 voti necessario per essere eletta. Seguono Raffaele Caterina, professore ordinario di diritto privato, con 844 voti, e Laura Scomparin, professoressa di diritto penale, con 730 voti. L'affluenza è stata notevole, con l'87,08% degli aventi diritto al voto che ha partecipato, un incremento significativo rispetto alle precedenti elezioni, favorito anche dalla possibilità di votare online.

L'eventuale elezione di una delle due candidate donne, Cristina Prandi o Laura Scomparin, rappresenterebbe un evento storico per l'Università di Torino, che non ha mai avuto una rettrice nei suoi sei secoli di esistenza. Il contesto in cui si svolge questa elezione è significativo. La partecipazione massiccia, soprattutto da parte dei docenti ordinari, che hanno votato quasi al 97%, indica un forte interesse e un desiderio di partecipazione attiva nella scelta del futuro dell'università. L'introduzione del voto online ha facilitato questo processo, dimostrando come l'innovazione tecnologica possa contribuire a una maggiore partecipazione democratica.

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