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Il caso

«I monopattini sono troppo pericolosi» e gli ipovedenti non escono più di casa

L’allarme ieri in Comune del presidente dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti

Monopattini abbandonati davanti alla metro

I monopattini lasciati sui marciapiedi possono trasformarsi in trappole

«Tanti mi dicono che non se la sentono più di uscire senza un accompagnatore. È brutto sentirselo dire». A parlare è Giovanni Laiolo, presidente dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti. Il motivo dell'esasperazione? I monopattini elettrici. «Ti sfrecciano accanto veloci e per una persona con disabilità visiva muoversi senza rischiare è importante. Camminando sui marciapiedi può capitare anche di andare inconsapevolmente contro quelli fermi, perché abbandonati in modo scorretto», continua. 

 

Un timore giustificato dai fatti: gli incidenti, infatti, sono assai frequenti. E le irregolarità - solo quelle “verificabili” - lo sono ancora di più. Erogate in soli quattro mesi di quest'anno 1.870 sanzioni - più di sedici al giorno - che non tengono in conto i limiti di velocità, poiché di fatto non sanzionabili dalle forze dell'ordine per mancanza di attrezzatura adeguata. Tutti i monopattini “truccati”, quindi, non sono “intercettabili”.

 

Oltre al nuovo Codice della strada in vigore dallo scorso dicembre, che ha regolamentato un minimo la materia, così, la Città si sta predisponendo per completare la tracciatura degli stalli ad hoc previsti per i monopattini elettrici. Lo scopo è abbattere le soste selvagge - 1.242 sanzioni sulle 1.870 totali del 2025, infatti, sono imputabili proprio a una sosta impropria dei mezzi - e definire delle aree specificamente dedicate al parcheggio dei monopattini. 

 

«Oggi gli stalli sono circa 214 e di dimensioni diverse. Quindi potranno ospitare uno o più monopattini». A spiegarlo è l'assessora alla Mobilità Chiara Foglietta, ieri pomeriggio, nel corso della seduta di Seconda commissione, presieduta da Tony Ledda (PD): «Il tema è sentito da tutti. L’Amministrazione non è rimasta insensibile», ha affermato Ledda. 

 

«Al momento la tracciatura è al 50%, dando la precedenza alle aree ad utenza più alta, quelle del centro», ha aggiunto l’assessora.

Ma per il vicepresidente dell’Unione Christian Bruno questo non basta. «È una situazione che non è compatibile con la vita dei cittadini. I mezzi vengono lasciati dove fa più comodo». «Spesso diventano una vera e propria barriera architettonica, se messi di traverso sul marciapiede. Anche perché sono pesanti da spostare. Così muoversi è un incubo», aggiunge Fulvia Manfrino, responsabile Fials Torino, che da anni si batte per i diritti dei disabili.

Dalla sua l'assessora promette un bando unico per la micromobilità elettrica ad ottobre. «L'inciviltà c'è su tutti i mezzi, quasi tutti gli operatori sensibilizzano i propri utenti», conclude.

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