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Il colloquio
30 Maggio 2025 - 08:28
«È chiaro che i residenti sono preoccupati».
Il prefetto Donato Cafagna non si nasconde e assicura di comprendere la paura di chi vive nei quartieri più delicati di Torino, a partire da quelli protagonisti degli ultimi episodi di violenza. Cioè Aurora e Barriera di Milano: «Tocca a tutti quanti noi rassicurare i torinesi con le azioni e non solo con le dichiarazioni: stiamo provando a farlo». E infatti il prefetto annuncia l’imminente apertura di un Osservatorio sulle periferie, che dovrà trovare delle soluzioni «al di là delle questioni di sicurezza». Anche perché, su quel fronte, le istituzioni si sono già mosse: dopo l’omicidio del 19enne Madou Diane in via Monte Rosa e i successivi accoltellamenti, proprio su indicazione di Cafagna, c’è stato un giro di vite sulla prevenzione in Barriera. Ogni settimana ci sono almeno quattro controlli ad alto impatto. E mercoledì sera c’era un servizio già organizzato proprio in corso Giulio Cesare, dove almeno 14 peruviani si sono aggrediti a colpi di auto, coltelli, bastoni chiodati.
«Così agenti e militari hanno potuto chiedere l’immediato intervento dei rinforzi e consentire l’arresto in flagranza di 11 persone - rivendica Cafagna - Al di là delle decisioni dell’autorità giudiziaria, ora noi valutiamo provvedimenti amministrativi come l’espulsione dei responsabili».
Ma, secondo il rappresentante del Governo a Torino, bisogna lavorare anche su altri fronti: «Sta emergendo sempre di più il problema della integrazione e dell’inclusione sociale: la risposta alle richieste di sicurezza è stata immediata ma, affinché questi episodi non avvengano più, è necessario anche un ampio lavoro di prevenzione». Da qui l’idea dell’Osservatorio sulle periferie, di cui Cafagna parla per la prima volta: «Lo attiveremo nelle prossime settimane, come voluto anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: affiancherà le istituzioni e le associazioni di settore e categoria per definire un piano di intervento. Non solo sulla sicurezza ma anche e soprattutto su promozione sociale e educazione alla legalità».
Per il prefetto è lì che si deve insistere: «C’è tutta una popolazione di stranieri e di italiani di seconda generazione sui quali bisogna operare per cercare di riportarli in un alveo di partecipazione e di rispetto delle regole. Quanto successo nelle scorse ore è la conferma che c’è un problema ma anche che c’è la voglia di risolverlo».
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