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LE NOMINE
02 Giugno 2025 - 20:00
Suor Giuliana Galli e Danilo Ragona
Era il 3 marzo del 1951, quando la legge numero 178 ha istituito l’Ordine al merito della Repubblica Italiana: un’onorificenza destinata a riconoscere e premiare i cittadini che abbiano speciali benemerenze verso la Nazione. Un ordine volto a dare particolare attestazione a chi si è distinto nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia, nell’impegno di pubbliche cariche, in attività sociali, filantropiche e umanitarie, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.
Questa legge ha dato il via al primo riconoscimento ufficiale dello Stato, che ancora oggi celebra i cittadini meritevoli. E proprio nella giornata dedicata alla Repubblica italiana, a Torino i premiati sono stati 53.
La cerimonia ha avuto inizio in piazza Castello. Dopo le sfilate dei plotoni, in rappresentanza delle forze militari, sono state issate tre bandiere, europea, italiana e della Città di Torino, accompagnate dall’inno Nazionale e gli applausi degli spettatori. Alla presenza delle istituzioni, il prefetto Donato Cafagna ha consegnato le onorificenze ai primi quattro premiati. Tra loro, Danilo Ragona, Ceo di Custom Regeneration, ora insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica. L’imprenditore torinese, che realizza innovative carrozzine per disabili, ha commentato: «Si può fare la differenza, basta avere grande passione e desiderio. Condivido questo riconoscimento con tutte le persone che hanno lavorato con me, creduto nei progetti, nelle idee, nei sogni. È anche merito vostro».
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La premiazione si è spostata, poi, nella Scuola Ufficiali dell’Esercito torinese. Nell’appello dei premiati, anche suor Giuliana Galli: ex vicepresidente della Compagnia di San Paolo e fondatrice dell’associazione Mamre, è stata nominata Cavaliere della Repubblica.
«Questo è un periodo complesso, dove alcuni equilibri sono messi in discussione e molte certezze vacillano. La risposta sta proprio nei valori di quella Repubblica, capace di inclusione sociale, democrazia, libertà, di cui Torino ne è l’emblema», ha detto il sindaco Stefano Lo Russo.
L’assessore regionale Andrea Tronzano, ha rivolto il primo pensiero a «tutte le vittime di femminicidio», per poi esprimere «gratitudine a chi ha saputo incarnare i valori fondanti e metterli a servizio della comunità».
Il generale Antonello Vespaziani, ha concluso all’inno di: «Viva il 2 giugno, viva la Repubblica, viva l’Italia».
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