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Economia & Lavoro

Crisi di liquidità, il grido d'allarme degli artigiani torinesi

Confartigianato Torino denuncia: 78% delle imprese artigiane in difficoltà per mancanza di liquidità

Crisi di liquidità, il grido d'allarme degli artigiani torinesi

In Piemonte, dove l'artigianato ha da sempre rappresentato un pilastro dell'economia locale, si leva un grido d'allarme che non può essere ignorato. Gli artigiani torinesi si trovano oggi a fronteggiare una crisi di liquidità senza precedenti. Un sondaggio condotto da Confartigianato Torino rivela che ben il 78% delle aziende artigiane segnala la mancanza di liquidità come una delle criticità più pressanti dell'anno in corso.

Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino, dipinge un quadro complesso e preoccupante. Il tessuto produttivo piemontese, fondato sulla piccola impresa e sulla filiera corta, sta attraversando una transizione difficile. L'aumento dei costi energetici, che ha registrato un incremento del 35% nell'ultimo anno, e delle materie prime, sta mettendo a dura prova la sostenibilità economica delle imprese. A ciò si aggiunge una situazione geopolitica instabile, caratterizzata da dazi e barriere commerciali che frenano l'export dei prodotti made in Italy.

La crisi non risparmia settori chiave per l'artigianato come l'automotive e la moda, mentre i bonus in décalage nell'edilizia aggiungono ulteriore pressione. Le micro e piccole imprese artigiane, già penalizzate dalla difficoltà di trovare manodopera qualificata e da un ricambio generazionale sempre più complicato, si trovano ora a dover affrontare anche una giustizia civile lenta e una pubblica amministrazione con tempi di pagamento tra i più lunghi d'Europa.

In un contesto economico-finanziario così poco favorevole, il rischio insolvenza diventa un fenomeno in crescita. Secondo i dati del Centro Studi Sevendata, elaborati da Confartigianato Torino, in Piemonte la media dei finanziamenti a rischio è del 19,9%. La provincia di Alessandria guida questa triste classifica con il 23,8% delle imprese a rischio insolvenza, seguita da Asti al 23,1% e Novara al 21,8%. Torino, con il 19,2%, non è esente da questa tendenza negativa.

La rottura del circolo virtuoso clienti-fornitori è uno degli elementi chiave di questa crisi. Le imprese, trovandosi in difficoltà a incassare le fatture emesse, si vedono costrette a scegliere tra pagare i fornitori, i dipendenti o le banche. Questo circolo vizioso rischia di compromettere ulteriormente la tenuta del sistema economico locale, mettendo a repentaglio la sopravvivenza stessa delle imprese artigiane.

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