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Alimentazione

Torino contro lo spreco alimentare: è tra le città più virtuose d’Italia nel salvare cibo

Nel 2024 il capoluogo piemontese conquista il podio nella classifica di Too Good To Go. Cresce l’uso delle app antispreco e l’impegno dei cittadini nella lotta agli scarti

Torino contro lo spreco alimentare: è tra le città più virtuose d’Italia nel salvare cibo

Foto di repertorio

Torino sale sul podio delle grandi città italiane più virtuose nella lotta allo spreco alimentare. A dirlo è la classifica stilata da Too Good To Go, l’app che consente di recuperare i pasti invenduti da ristoranti, panetterie, bar e supermercati. Nel 2024, il capoluogo piemontese si è classificato terzo, preceduto da Roma e Milano e superando altre metropoli come Bologna e Genova.

Un risultato importante, che testimonia una crescente consapevolezza tra i torinesi e una rete sempre più attiva di esercenti e consumatori impegnati nella sostenibilità alimentare.

Secondo l’analisi di Too Good To Go, le città del Centro-Nord mostrano livelli di adesione più elevati all’app. Mentre Bologna chiude la top five tra le grandi città, Reggio Emilia e Modena dominano tra i centri medi. Pesaro svetta tra i piccoli comuni. Torino si conferma tra le metropoli più attive, grazie anche a una maggiore attenzione dei cittadini alle scadenze, all’uso del congelatore e al riutilizzo degli avanzi in cucina.

Un altro dato significativo arriva dal Nord-Ovest, dove il 47% degli intervistati ammette di buttare il cibo dimenticato in frigo o in dispensa: un segnale che, nonostante gli sforzi, resta ancora margine per migliorare.

A sostenere il cambiamento, è soprattutto il pubblico giovane: tra i 25 e i 34 anni, oltre la metà conosce o utilizza strumenti digitali contro lo spreco. La fascia più sensibile è quella delle famiglie con figli piccoli, che trovano nelle app un alleato per risparmiare e ridurre l’impatto ambientale.

Il 43% degli italiani trasforma gli avanzi in nuove ricette, il 53% congela i pasti e il 16% li condivide. Un dato incoraggiante che riflette un cambio di mentalità, pur con forti differenze tra Nord e Sud del Paese: nelle regioni meridionali, ad esempio, il 38% delle persone dichiara di buttare cibo almeno una volta a settimana, mentre al Nord la percentuale cala.

L’obiettivo? Risparmiare risorse, tutelare l’ambiente e garantire un futuro più equo e consapevole, dove il cibo non sia mai considerato un rifiuto, ma una risorsa preziosa da valorizzare. 

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