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IL PROCESSO

Il colonnello paga in nero la sua villa, deve soldi alle suore e rischia 6 anni

Bernardino Vagnoni, già comandante a Moncalieri, Torino e Asti, è accusato di concussione

Il colonnello paga in nero la sua villa, deve soldi alle suore e rischia 6 anni

Bernardino Vagnoni

«Ho pagato in nero e ho sbagliato. Ma non ho mai minacciato chi lavorava per me: i fornitori mentono». Si “giustifica” così, in aula, il colonnello dei carabinieri Bernardino Vagnoni, 63 anni, già alla guida dell’Arma a Torino e Asti. L’ufficiale è accusato di concussione per non aver pagato i lavori nella sua villa sulla collina di Revigliasco, a Moncalieri.
I fatti risalgono al 2008 ma l’inchiesta è cominciata solo nel 2020, dopo un esposto anonimo. Così i carabinieri hanno convocato il titolare della ditta di escavazioni, che, tra le altre cose, doveva occuparsi della piscina prevista nella tenuta. Ascoltato in aula come testimone, ha dichiarato più volte che il Vagnoni avrebbe “giocato” molto sul ruolo che rappresentava: «Il preventivo si aggirava sui 38mila euro, da pagare in parte fuori fattura». E non è l’unico professionista che parla di pagamenti “in nero”: lo dicono, in tribunale, anche l’idraulico e l’imprenditore che ha installato gli impianti elettrici. Ma, alla fine, tutti hanno ricevuto solo acconti: «Diceva che avrebbe saldato il resto, salvo prendere tempo e dire che è sempre importante avere un amico colonnello - riferiscono i fornitori “beffati” - Ho smesso di chiedergli i soldi che mi spettavano quando mi ha fatto capire, senza troppi giri di parole, che mi avrebbe creato problemi con le sue amicizie nella guardia di finanza». E i pagamenti in nero? «Vagnoni diceva di non voler ingrassare le casse dello Stato»
Secondo la ricostruzione dell’accusa, il colonnello non solo non ha pagato i professionisti che aveva assoldato per casa sua. Avrebbe “omesso” i pagamenti ad almeno otto soggetti, tra cui il fornitore di una cucina da 25mila euro: «E le stesse suore di clausura ancora avanzano soldi (50mila euro, ndr) - riferisce il pubblico ministero Giovanni Caspani - Perché la villa del colonnello doveva essere costruita su quello che un tempo era il pollaio del convento». Sul tema risponde lo stesso Vagnoni, sentito ieri mattina da giudici e pm: «In realtà siamo in trattativa. Nel 2006 ebbi la disponibilità del terreno dalle suore, che avevo conosciuto a causa di un suicidio avvenuto nel convento. Ma ho scoperto dopo che, quasi sicuramente, non potevano vendermelo. Ora siamo in causa al Tar». E le suore non hanno mai avanzato richieste economiche? «Per 5 anni mi hanno scritto una volta l’anno per ricordarmi il debito, poi a una di queste mail ha risposto il mio avvocato e da lì non si sono più fatte vive». Il pm Caspani ha chiesto una condanna a sei anni di reclusione. L’avvocato di Vagnoni, Pierpaolo Rivello, non ci sta: «Le accuse non reggono e i fatti non configurano alcun illecito penale».
La sentenza è attesa per venerdì.

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