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Spunta un imprenditore interessato a Lear, ma non a tutti i suoi 380 lavoratori

Si riapre una speranza per la salvezza dell’azienda. Intanto appello a Stellantis: «Non spostate Maserati»

Spunta un imprenditore interessato a Lear, ma non a tutti i suoi 380 lavoratori

Spunta un imprenditore interessato a Lear, ma non a tutti i suoi 380 lavoratori

E all’improvviso, quando tutto sembrava ormai perduto, una speranza si riaffaccia all’orizzonte. C’è un investitore interessato a rilevare la Lear di Grugliasco. Lo hanno annunciato poco fa i sindacati Fim, Fiom, Uilm al termine di un incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy con la direzione dell’azienda. Piano con l’entusiasmo però perché «tale interessamento non solo è ancora da confermare» ma oltretutto «non riguarderebbe in ogni caso l’intera forza lavoro» cioè i 380 lavoratori impiegati presso l’azienda dell’indotto automobilistico.

L’ultimo (brutto) aggiornamento sulla situazione dell’azienda risaliva a metà maggio, quando Maserati aveva annunciato il “trasloco” da Mirafiori a Modena. Un problema anche per l’azienda di Grugliasco, che per la Maserati produce sedili per auto. «Anche per questo - spiegano i sindacati in un comunicato unitario - come sindacato abbiamo chiesto di mantenere a Torino la produzione, seppur ridotta, dei sedili per la sportiva Maserati, di aprire una procedura di uscite volontarie incentivate con importi congrui, nonché di iniziare a verificare la disponibilità di ammortizzatori sociali per il prossimo anno».
Insomma, al momento la presenza di un possibile acquirente è sicuramente una bella notizia ma prima di abbandonarsi all’entusiasmo, dopo tante delusioni, è meglio attendere. Sia per vedere se tale interesse si tramuterà in un’offerta vera e propria, sia per vedere il piano industriale dell’acquirente e, soprattutto, quanti dei lavoratori dell’azienda in crisi potrebbero essere riassorbiti nello stesso stabilimento. In tal senso, la Lear e i suoi operai sono già rimasti scottati in passato: negli scorsi infatti si era a lungo parlato dell’interessamento di alcuni industriali - il cui nome non è mai stato rivelato - che però poi al momento del dunque si erano tirati indietro senza avanzare proposte concrete e lasciando gli operai sempre più nell’incertezza.

In attesa di avere delle risposte in tal senso, il ministero ha fissato il prossimo appuntamento per il 22 luglio «ma ci ha anche informato - concludono Fim, Fiom e Uilm - che nel frattempo sono in corso interlocuzioni con Stellantis nell’ambito generale del tavolo istituzionale automotive con specifico riguardo alla situazione drammatica dell’indotto».

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