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Il progetto

Telecamere, un'app e scuole aperte al pomeriggio: la nuova "ricetta" per le periferie di Torino

Oggi si è insediato l'Osservatorio fra istituzioni, che si intitola "Oltre le periferie" e durerà 3 anni

Telecamere, espropri e scuole aperte al pomeriggio: la nuova "ricetta" per le periferie di Torino

Più controlli e un'app per segnalare episodi di illegalità e degrado. Ma anche più lampioni e telecamere, corsi di lingua e scuole aperte al pomeriggio, recupero degli immobili abbandonati ed esproprio di quelli dei "ras delle soffitte": parte da questi obiettivi il nuovo Osservatorio delle periferie, che si è insediato stamattina in Prefettura. Avrà un orizzonte di 3 anni e vi parteciperanno enti, istituzioni, associazioni e fondazioni, suddivisi fra quattro gruppi di lavoro.

Così, nel solco del "modello Caivano", Torino prova ad affrontare l'emergenza dei quartieri più delicati della città. Cioè Barriera di Milano, Aurora e Mirafiori, quelli da tempo nel mirino per problemi di sicurezza e ora al centro dell'azione del nuovo Osservatorio: «Vogliamo sviluppare un intervento ampio sulle periferie di Torino, affrontando il tema della sicurezza ma anche altri problemi sociali, economici e demografici, che incidono sulle criticità che affrontiamo quotidianamente con le forze dell'ordine - introduce il prefetto, Donato Giovanni Cafagna - Nei prossimi mesi definiremo un piano di lavoro che coinvolga tutti i soggetti per intervenire concretamente: puntiamo, per esempio, sull'inclusione sociale degli stranieri e sul contrasto alle tossicodipendenze. Valorizzeremo i progetti già presenti e ne lanceremo altri: penso a un potenziamento della videosorveglianza, per esempio, su cui ci sono 500mila euro della Regione e altrettanti dal Ministero».

Il progetto si chiama "Oltre le periferie" e ha cinque ambiti di intervento: Sicurezza e legalità; Rigenerazione urbana, Inclusione e coesione sociale; Economia locale e occupazione; Governance e partecipazione. Ogni tema prevede azioni specifiche, come un'app per segnalare problemi di degrado e illegalità (con il "controllo di vicinato", già utilizzato in molte aree della provincia). O i patti di comunità educativa, con l'apertura delle scuole anche al pomeriggio: «Così si offrono opportunità a ragazzi che, altrimenti, resterebbero chiusi in casa o resterebbero in strada».

Sul tema interviene l'assessore comunale a Istruzione e Periferie, Carlotta Salerno: «La Città ha attivato già da anni questi patti con le scuole. Ora la prefettura conferma la volontà di aprire questi "spazi territoriali educativi" che pensano alla scuola come presidio di cultura e linguistico: è un valore aggiunto, soprattutto in certi quartieri». In generale, Salerno applauda all'idea dell'Osservatorio e ad un «approccio unitario, sistematico e pragmatico: finalmente si è capito che nessuno ha la bacchetta magica. Però, coordinando le azioni ed evitare doppioni, si ottengono risultati».

È ottimista anche l'assessore regionale alle Politiche sociali, Maurizio Marrone: «L'Osservatorio parte bene, con un approccio operativo. Noi ci arriviamo con azioni attivate, come il record di assegnazione di case popolari, l'aumento dei fondi agli oratorio, i tutor sociosanitari per assistere senzatetto e persone con dipendenze e problemi di salute mentale. Un altro obiettivo è mutuare il "modello Caivano" per i centri giovanili, che intercettino i ragazzi nei quartieri problematici: così si fa davvero integrazione e riqualificazione urbana. Penso alla piscina Sempione, su cui ora è previsto un insediamento commerciale: noi vorremmo portare servizi, come facciamo nell'ex giudice di pace delle Vallette».

Un'altra azione riguarda l'esproprio degli immobili che i "ras delle soffitte" affittano a pochi euro (e in nero), soprattutto a stranieri. Marrone l'aveva annunciato e ora entra nel merito: «Abbiamo depositato un emendamento alla legge di riordino che contiamo di approvare in Consiglio regionale entro l'estate: l'esproprio sarà possibile per appartamenti dichiarati inagibili dal Comune e, soprattutto, "protagonisti" di reati di spaccio, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, riciclaggio, prostituzione e terrorismo. Così possono diventare case popolari».

Fra chi condivide l'impostazione dell'Osservatorio c'è anche Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti: «Il piano di intervento per la riqualificazione delle periferie ci trova non solo concordi, ma anche determinati nel contribuire alla sua riuscita» Banchieri garantisce la collaborazione della sua associazione: «Confesercenti rappresenta il tessuto delle piccole imprese del commercio, la cui presenza accresce la vivibilità e la sicurezza di vie e quartieri. Negozi e mercati rivestono una funzione non solo economica, ma contribuiscono anche alla coesione sociale, specialmente nelle realtà più fragili. Rigenerazione urbana, sostegno all’economia locale, lotta al degrado, sicurezza sono obiettivi che hanno un grande valore sia per le imprese, sia per i cittadini. Si tratta di un circolo virtuoso da innescare e incoraggiare, perché fa bene all’intera comunità. Una Torino "a due velocità" fra centro e periferia non è la città in cui vogliamo vivere: il commercio saprà fare la propria parte per risanare questa frattura».

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