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Barriera, alle case popolari c'è la "guerra" dei gavettoni: «Così sconfiggiamo il caldo»

Nel cortile del complesso Atc di via Maddalene, c'è un giorno all'anno in cui i bambini si sfidano a colpi d'acqua gelida

La guerra dei gavettoni nel cortile Atc di Barriera

La guerra dei gavettoni nel cortile Atc di Barriera

«Questa giornata per noi è una specie di rito, la organizziamo tutti gli anni dal 2019, prima ancora che scoppiasse il Covid. E’ un modo per festeggiare la fine della scuola e anche per sconfiggere il caldo». Billy abita nelle case popolari di via Maddalene, complesso Atc di Torino nord, a Barriera di Milano. Organizza lui la “guerra dei gavettoni”, dove a sfidarsi sono due schieramenti composti da bambini italiani, marocchini, egiziani, rom e brasiliani. Tre continenti racchiusi in un cortile dell’Atc. In pratica, una sorta di ritratto di quella che è Barriera di Milano, cioè un mix di lingue, culture e tradizioni. Ma stavolta la guerra non è tra le gang che si sfidano in strada con coltelli e machete, in questa battaglia le armi sono palloncini pieni zeppi d’acqua gelata. Gavettoni, appunto.

Ed ecco che sotto il sole cocente, riparati solo dalla frescura che può concedere qualche albero, nel cortile di via Maddalene due squadre di bambini si fronteggiano a colpi di gavettoni. I palloncini riempiti con l’acqua freddissima sono tutti in un secchio. Quando arriva il segnale, i bambini si scatenano tra gavettoni in faccia e sulla schiena, grida e risate a non finire. La scuola è finita da pochi giorni anche per loro ma, soprattutto, il rito della “guerra dei gavettoni” si ripete, ogni anno, in un giorno in cui l’afa è opprimente. Proprio come sta succedendo in questi giorni a Torino, con temperature da bollino rosso. E Barriera di Milano, ovviamente, non fa eccezione. E allora ecco che basta qualche schizzo d’acqua ghiacciata per scacciare, anche solo per un istante, l’afa record che c’è in città. Dopo la battaglia, tutti seduti intorno al tavolo per giochi ricreativi e merenda. Sì perché non si fa solo la guerra con l’acqua, in via Maddalene nello stesso giorno c’è anche una sorta di “doposcuola”. Domande a bruciapelo sui temi più disparati (i bambini che partecipano, une quindicina, frequentano dalle scuole elementari alle superiori) e per chi sbaglia risposta la “punizione” è un altro gavettone d’acqua, o anche di succo d’arancia, in testa.

Palloncini d’acqua come armi nel cortile “babele” abitato da gente che arriva da tre continenti. Sono queste le armi dei bambini di varie nazionalità nati e cresciuti in un quartiere difficile, ultimamente descritto come una sorta di Bronx che in questo mese ha sopportato omicidi, risse, accoltellamenti ed è diventato pure “zona rossa” su decisione del prefetto. Nelle ultime due settimane, la polizia ha compiuto così tante retate da arrestare 49 persone e sequestrare parecchi chili di droga. Ma tutto questo per un pomeriggio svanisce quando un gavettone ricolmo d’acqua gelida colpisce la schiena di un bambino, tra le risate generali. E al segnale successivo, ancora tutti di corsa verso il secchio per raccogliere altre munizioni da lanciare. E alla fine, fa anche un po’ meno caldo.

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