Appicca il fuoco alla propria cella e pesta l'agente accorso a spegnere le fiamme

Ancora un grave episodio di violenza presso il carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino. Nella tarda mattinata di ieri, 14 giugno, un detenuto recluso nella 7ª sezione del Padiglione A ha appiccato il fuoco alla propria cella e ha poi aggredito un agente di polizia penitenziaria intervenuto per spegnere l’incendio e colpito con una gomitata all’altezza dell’occhio sinistro. L’agente ha riportato escoriazioni esterne e un trauma contusivo che l'ha costretto al trasporto presso l’ospedale Maria Vittoria, dove è stato sottoposto a TAC e successivamente trasferito all’Oftalmico per ulteriori accertamenti. Dimesso con una prognosi iniziale di cinque giorni e medicazione a base di cortisone, dovrà effettuare un controllo specialistico entro i prossimi sette/dieci giorni.

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L'Osapp denuncia: «Sovraffollamento e disorganizzazione stanno producendo conseguenze devastanti»

Con questo episodio salgono a 16 le aggressioni registrate nel 2025 presso l’istituto torinese, e a 23 gli agenti feriti, come segnala l'Osapp, il cui segretario generale Leo Beneduci lancia l'ennesimo allarme: «Le carceri italiane reggono ancora solo grazie all’impegno e ai sacrifici quotidiani della Polizia Penitenziaria, lasciata sola ad affrontare situazioni sempre più estreme. Gli agenti operano abbandonati a se stessi, in sezioni spesso infuocate, sovraffollate e maleodoranti, con numeri di detenuti mai registrati prima. I nostri appelli alla Presidente Giorgia Meloni e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono rimasti inascoltati ma non ci fermeremo: chiediamo con forza un intervento urgente, prima che si arrivi a un punto di non ritorno. Il personale è esausto e non può più continuare a lavorare in queste condizioni».