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Mirafiori, centro anziani nella morsa dell'afa: «Il ventilatore? Ce lo portiamo da casa»

Al centro d'incontro di via Giacomo Dina, non ci sono né climatizzatori né ventilatori. E per non boccheggiare ci si arrangia...

Mario Girello, presidente del centro d'incontro di via Dina

Mario Girello, presidente del centro d'incontro di via Dina

«Il Comune dovrebbe informarsi meglio. Noi climatizzati? Non abbiamo niente, il ventilatore l'ho portato io da casa altrimenti qui si moriva di caldo». A parlare è Mario Girello, presidente del centro d'incontro "Giovanni XXIII" di via Giacomo Dina, a Mirafiori Nord. Trenta iscritti, un'età media di poco sopra gli 80 anni, e nessun climatizzatore. Anzi, uno in realtà c'è. «Ce l'hanno lasciato nello sgabuzzino, ma non funziona», precisa il vicepresidente del centro, Alfonso Scoles. L'afa morde, di pomeriggio i (pochi) presenti giocano a carte, ma si boccheggia. Così Girello ha pensato di portarsi da casa il ventilatore. Lo accende e, finalmente, gli anziani del centro d'incontro di Borgo Cina trovano una parvenza di refrigerio, tra una mano di briscola o di scopa. 

«Quando ad ottobre scorso abbiamo riaperto il centro - ricorda il presidente - abbiamo dovuto ripartire da zero. Prima c'erano ancora due ventilatori da soffitto, ma quando ci hanno dato le chiavi della struttura e siamo entrati, erano spariti». Il centro anziani "Giovanni XXIII" di via Giacomo Dina, aveva chiuso i battenti nel febbraio 2024. Troppi i lavori da fare e i debiti accumulati, per cui la precedente gestione aveva alzato bandiera bianca e restituito le chiavi alla Circoscrizione 2. Un duro colpo, per gli anziani di Borgo Cina.

Allora Girello, già presidente del centro "Mandala" di corso Orbassano, si era preso l'incarico di far riaprire via Giacomo Dina, dopo ben sette mesi di chiusura. «Ma qui dentro manca tutto. Climatizzatori, ventilatori, servirebbe anche un piccolo frigo. Invece - afferma il presidente - non abbiamo niente». E l'unico ventilatore presente, l'ha portato lui. Da casa sua. Per non far morire di caldo i "senior", alcuni anche ultranovantenni, che giocano a carte. E che nei giorni scorsi hanno scosso la testa, quando il Comune ha elencato i centri anziani "climatizzati". «Il Comune - sbottano i "senior" - dovrebbe venire qui, a vedere in che condizioni siamo aperti».

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