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Il caso

Le storiche poste di via Nizza ancora abbandonate: “Manca l’accordo con Ferrovie”

La destinazione incerta dell'ex centro di smistamento di via Nizza: in cerca di progetto dal 2010. La speranza, ancora una volta, è il nuovo Piano Regolatore

Le storiche poste di via Nizza ancora abbandonate: “Manca l’accordo con Ferrovie”

Chiuse nel 2010 perché non più idonee se non sottoposte a interventi di ristrutturazione, le ex Poste di via Nizza non hanno ancora un futuro. Nulla di fatto dalle interlocuzioni tra i due attuali proprietari, Poste e Ferrovie. Il centro, da cui già dalla Seconda guerra mondiale partivano e arrivavano le missive dei torinesi, non ha un progetto. Un immobile di 22mila metri quadrati, situato tra i civici 8 e 12 di via Nizza, nel quartiere San Salvario, che è rimasto abbandonato negli ultimi 15 anni nonostante l’intenzione di messa in vendita del 2021.

«Non ci sono manifestazioni di interesse né proposte progettuali, neppure in forma esplorativa. Oggi l'edificio è ancora in buone condizioni ma lasciandolo così si rischia solo un'accelerata del degrado», ha affermato l’assessore all’Urbanistica, Paolo Mazzoleni nell’ultimo consiglio comunale, rispondendo all’interpellanza del consigliere di Torino Bellissima, Pierlucio Firrao. Mazzoleni specifica poi che da attuale Piano regolatore - quello del 1995 - la sua destinazione è «servizi pubblici». Al di là di un eventuale futuro progetto, quindi, ciò che verrà fatto delle ex Poste dovrà essere di interesse pubblico.

«Si valutano ipotesi progettuali o percorsi di valorizzazione del compendio», continua l’assessore. Ma sulla scrivania del Comune non sarebbe stata depositata neanche l’ombra di una manifestazione d’intenti.
«È urgente avviare un dialogo serio con Poste e Ferrovie», replica il consigliere Firrao, il quale sottolinea che di aree abbandonate, senza un progetto, ce ne sono diverse sparse per la città: «Spina 2, 3 e 4, Scalo Rosselli, via Bologna, solo per fare alcuni esempi, ma si potrebbe continuare a lungo. Abbiamo chiesto anche un’audizione ma senza successo», aggiunge Firrao.

La speranza è che la bozza del nuovo Piano regolatore - la cui presentazione del primo progetto preliminare è prevista per la fine di quest’anno - possa sbloccare la situazione, svincolando l’area dall’attuale destinazione d’uso.

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