Una notte da ricordare, non solo per la gastronomia, ma per l’immagine dell’Italia nel mondo. Per la prima volta nella sua storia, The World’s 50 Best Restaurants, la classifica che celebra ogni anno il meglio della ristorazione mondiale, ha fatto tappa in Italia, e precisamente a Torino.
A presentare l’evento è stato William Drew, direttore dei 50 Best, che ha sottolineato la portata storica dell’edizione: “Grazie a Torino e al Piemonte che ci ospitano. È l’edizione più grande di sempre. Il cibo è la finestra di tutte le culture, e qui le stiamo vivendo tutte. Siamo grati alla comunità gastronomica per essersi riunita in questo luogo straordinario.” Il sistema di selezione è rigoroso: 1120 esperti del settore, provenienti da tutto il mondo, votano in modo anonimo, rendendo ogni piazzamento il frutto di un lungo processo di valutazione e confronto.
Accanto agli ospiti internazionali, ha aperto le danze John Elkann, presentato come il nipote che porta avanti la tradizione di famiglia, che ha sottolineato l’orgoglio di portare un evento di tale prestigio nella sua città: “Sono molto orgoglioso di presentare questo evento a Torino. È un modo per mostrare cosa sappiamo fare meglio: la nostra cultura, il nostro cibo, la nostra tradizione. Ringrazio il ministro Lollobrigida e il presidente Cirio per il loro sostegno. Torino e il Piemonte hanno dato prova di forza e capacità organizzativa.”
Anche Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha voluto ricordare il valore della nostra cucina, annunciando con orgoglio: “Per noi italiani la cucina è molto più che nutrimento. È cultura, è comunità. Quest’anno abbiamo candidato la cucina italiana come patrimonio UNESCO. In un momento difficile per l’umanità, eventi come questo ci ricordano l’importanza del confronto, dell’unità e del rispetto delle differenze. L’Italia è un paese ospitale, pronto a mettersi a disposizione con una sola parola chiave: Made in Italy.”
Prima dell'inizio delle premiazioni, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha evidenziato l’impatto economico e simbolico del cibo: “Il Piemonte è una delle venti regioni italiane, ma è una regione storica. Crediamo profondamente nel valore del cibo, che per noi rappresenta rispetto: per la terra, per le tradizioni, per le persone.”
L’Italia ha brillato anche nella classifica. Tra gli applausi e le emozioni sul palco, sono stati annunciati i ristoranti italiani che si sono guadagnati un posto tra i migliori al mondo:
• Al Gatto Verde (Modena) – n. 92
• Uliassi (Senigallia) – n. 43
• Piazza Duomo (Alba), dello chef Enrico Crippa – n. 32
• Le Calandre (Rubano) – n. 31
• Atelier Moessmer (Brunico) – n. 20
• Reale (Castel di Sangro) – n. 18
A coronare la serata, Massimo Bottura ha ricevuto il prestigioso Woodford Reserve Icon Award, un premio che celebra il contributo di una vita all’evoluzione della gastronomia. Lo chef modenese non ha riservato nulla per il suo discorso: “L’Italia non è una cucina, ma tante cucine italiane. La nostra unicità è nel rito, nella familiarità di fare le cose insieme, nelle case e nelle cucine. Il ruolo dello chef oggi è culturale: siamo ambasciatori della nostra agricoltura. La cucina è la prima ragione del turismo.” Infine è stato nominato il miglior ristorante al mondo, e anche il miglior ristorante in Sud America, ossia Maido, a Lima.
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