Cerca

calcio a tavola

McKennie e il cibo italiano, non è ancora finita: "Wes mette lo yogurt sulla pizza". Ecco dove mangiano i calciatori a Torino...

Dal centro cittadino, alla Collina, fino ad arrivare a Mirafiori: i locali frequentati da tecnici e calciatori di Juve e Toro

McKennie e il cibo italiano, non è ancora finita: "Wes mette lo yogurt sulla pizza". Ecco dove mangiano i calciatori a Torino...

Da sinistra, McKennie e Weah alla Lampara. In alto a destra, Yildiz da Catullo. In basso, infine, i portieri del Toro alla Trattoria Fratelli Bravo

Michel Platini era ospite fisso in collina, al ristorante da “Giudice”, in strada val Salice perché, come ha confessato, in una recente intervista Le Roi Michel parlando dei suoi anni sotto la Mole, si sentiva a casa. Quelli del Toro, negli anni Novanta, invece, li trovavi spesso a mangiare da “Galante” in via Maria Vittoria. Tra i ristoranti più gettonati, vero e proprio quartier generale tra gli anni Novanta e Duemila della truppa bianconera, c’era invece il ristorante “Da Angelino” di corso Moncalieri 59, là dove erano presenze fisse Vialli, Zidane, Montero & Co. Anche Maradona, una volta, ci fece una capatina quando il suo Napoli era impegnato al Comunale. Luciano Moggi, ex direttore generale della Juve, chiudeva le trattative di mercato a tavola, nella sala che gli veniva riservata dal proprietario de “Al primo piano” di via Po o anche al ristorante “Urbani” - frequentatissimo fin dagli anni Settanta da juventini e granata -, nel cuore di San Salvario, in via Saluzzo 3.

Qui sopra, Ronaldo negli anni bianconeri, a "Casa Fiore" in via della Rocca (foto Ig)

E i calciatori di oggi dove vanno a mangiare sotto la Mole? Weston McKennie e Timothy Weah, dagli Usa dove sono impegnati per il Mondiale per Club in corso proprio in questi giorni, hanno lanciato messaggi a dir poco “indigesti” parlando a (s)proposito del cibo italiano: «Il problema - ha detto il Texan Boy bianconero - è la varietà. In Italia la qualità è altissima, ma ovunque vai trovi sempre gli stessi piatti: pasta, pizza, pesce. Negli Stati Uniti, se vai in due locali simili, lo stesso hamburger può avere un gusto completamente diverso. In Italia no». A ruota è arrivato anche il commento del connazionale figlio d’arte Timothy Weah: «Diciamo che il cibo italiano è così così. C’è del lavoro da fare? Sì». Ma è proprio come la pensano i due calciatori americani?

Thiago Motta, nel suo breve periodo bianconero, al Tiffany Bistrot di Mare (foto Ig) 

A vedere i posti che anche loro frequentano, le opportunità - e la varietà - sono tante e per tutti i gusti. Tra i più gettonati sia dai bianconeri sia dai calciatori c’è, ad esempio, la Trattoria Fratelli Bravo di corso Moncalieri 478. Qui ogni sera si possono incrociare sia calciatori (che calciatrici) della Juve e del Toro - capitan Belotti è grande amico dei due proprietari - in un vero e proprio derby a tavola a due passi dal fiume Po. Sulle pareti del locale i segni del passaggio degli ospiti “pedatori” - tante le casacche dei due club torinesi appese alle pareti - mentre sui social Diego e Ruggero pubblicano gli scatti degli ospiti Vip che varcano la soglia della trattoria, non solo calciatori. Un altro locale tra i più gettonati dai calciatori e dirigenti di entrambe le società torinesi è il ristorante la “Lampara” di via Andrea Doria 23, gestito da Fabrizio, alle spalle della centralissima piazza Bodoni. Anche qui - basta dare uno sguardo alla carrellata di foto pubblicate via social dal proprietario - da anni è un via vai di ospiti granata e bianconeri.

Mitica la scena di quando Giaccherini e Glik si ritrovarono a cena proprio alla “Lampara” dopo il derby con tanto di espulsione del centrale polacco per fallo proprio sul piccolo funambolo bianconero: «furono attimi di tensione a cena ma poi...», racconta Fabrizio. Da Kenan Yildiz a Vlahovic, parlando della Juve di adesso, da Chiellini a Marchisio, parlando di quella del passato, tanto per fare alcuni nomi. Ma anche Peruzzi, Torricelli, Simone Pepe. Il privè è garanzia di riservatezza: è lì che da oltre 30 anni - era il 1984, anno di fondazione della Lampara - i Vip nostrani (calciatori e non solo) si godono la buona cucina mediterranea. E proprio a Fabrizio, proprietario della “Lampara”, le parole di Weston McKennie hanno strappato più di un sorriso leggendole nei giorni scorsi sul web: «Spesso West viene a cena da noi a mangiare la pizza - ha svelato il ristoratore -. Si porta dietro una salsa di yogurt da metterci su, tipo quella con cui si farcisce il kebab. E noi ci ridiamo su».

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Patrick (@patrickcontorno)

Qui sopra Weston McKennie con il suo personal chef Patrick Contorno 

«Mio cugino - ha continuato il proprietario della Lampara -, Patrick Contorno, è il suo personal chef (lo è stato anche di Pjanic e Higuain, ndr), cucina per lui a casa sua. West, dei nostri piatti, ama soprattutto i nostri spaghetti allo scoglio. Mentre Weah è venuto qui qualche volta, sempre e solo per mangiare la nostra pizza». E a proposito di buona cucina, continuando il nostro viaggio, in via della Rocca c’è “Casa Fiore” il ristorante preferito di Cristiano Ronaldo - e del suo agente Jorge Mendes - ai tempi in cui il 5 volte Pallone d’Oro vestiva la maglia della Juventus. «Il piatto preferito di Cristiano e Georgina era il risotto al Barolo con salsiccia di Bra e toma Raschera -, ha svelato il padrone di casa Roberto Fiore in una recente intervista -. Gliel’ho cucinato anche per San Valentino».

L'ormai ex allenatore del Toro Paolo Vanoli da "Felice a Testaccio" in via Cernaia (foto Ig) 

Scelto anche come meta culinaria dai tennisti delle Nitto Atp Finals - Sinner ci va ogni anno a cena con tutto il suo staff; il conto lo paga sempre lui -, anche qui si possono incrociare calciatori sia juventini sia granata e magari anche qualche Vip, come è successo con Mike Tyson e Johnny Depp. Restando nel cuore della città, spostandosi verso il quartiere Crocetta, negli ultimi anni ha scalato posizioni il ristorante che annovera tra i soci anche l’ex calciatore della Juventus, l’ex difensore Leonardo Bonucci: stiamo parlando del ristorante “Levè” di corso Galileo Ferraris 45: è proprio nel locale a due passi dalla Gam che l’allenatore della Juventus Igor Tudor ha voluto portare a cena i suoi ragazzi appena sbarcato sotto la Mole a fine marzo scorso per fare gruppo. Facendo un piccolo passo indietro nel tempo, strizzando un occhio alla Juve del passato, Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri - quando erano vicini di casa in piazzetta Santa Teresa - spesso si trovavano a cena al “Bastimento” di via della Rocca per parlare di calciomercato e non solo. Un altro luogo in cui si incontravano a cena l’ex presidente e l’ex allenatore della Juve era il ristorante “Ceccarelli” - storica realtà di origini toscane - di via Santorre di Santarosa, a un passo dalla zona pedonale di via Monferrato. Sempre in quella zona, gettonatissimo dai calciatori, c’è il Bistrot Cannavacciuolo. Restando sempre in zona pre-collina, ma spostandosi più verso Moncalieri, gettonatissimo per pizza e cucina mediterranea in generale, c’è il ristorante “Catullo”, con tanto di terrazza che si affaccia direttamente su una delle rive del fiume Po. Qui, Cristiano Ronaldo e la sua famiglia, hanno cenato dopo la tripletta messa a segno dal portoghese in Champions League contro gli acerrimi nemici dell’Atletico Madrid.

Qui sopra Antonio Conte insieme ai suoi fratelli al Tiffany Bistrot di Mare 

Tornando, agli allenatori, quello campione d’Italia con il suo Napoli, quando torna a casa, nella sua Torino, non disdegna una capatina fuori a pranzo o a cena. In particolar modo, a pranzo (visto che il ristorante in questione è aperto solo a mezzogiorno) Antonio Conte è tra gli “aficionados” del “Tiffany Bistrot di Mare” di via Pertinace 19, locale lontano dal centro, in piena zona Mirafiori Nord. È qui che la cucina di mare - di origini pugliesi, guarda caso - la fa da padrona, tra piatti tipici e cruditè di mare, appunto. Non solo Conte: alla corte del padrone di casa del “Tiffany Bistrot”, infatti, sono stati avvisti anche gli ex allenatori di Juventus e Torino, Thiago Motta prima e Paolo Vanoli, poi, due che a Torino si sono visti di sfuggita.

Qui sopra, Dusan Vlahovic insieme al suo procuratore al ristorante "Il Picchio" di corso Lione (foto Ig) 

Sempre lontano dal centro cittadino, in corso Lione, c’è il ristorante “Il Picchio”, frequentatissimo un tempo dal bianconero Mirko Vucinic, ora da Dusan Vlahovic. Tornando all’ormai ex tecnico del Toro Vanoli, ogni tanto lo si vedeva “Da Felice a Testaccio”, ristorante di cucina tipica romana, di via Cernaia, là dove ogni tanto hanno messo piede anche il capitano granata Samuele Ricci e l’attaccante bianconero Kolo Muani. Non solo cucina italiana o regionale: Torino - forse non a caso scelta per l’atto finale dei “World’s 50 Best Restaurants” delle scorse settimane - è diventata sempre di più città aperta alla cucina multietnica. Se Paul Pogba amava il kebab - con tanta mozzarella - di Santa Rita, presso l’Olimpico Kebap di via Filadelfia, Kenan Yildiz, astro nascente della Juve, spesso si gode il sushi di piazza Solferino, quello preparato da “Mik Sushi”. A proposito di cucina e piatti giapponesi, in via dei Mercanti c’è “Kensho”, uno dei sushi più amati dai Vip torinesi, frequentato spesso anche dall’ex allenatore del Toro Ivan Juric. Meglio di così... Capito McKennie?

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.