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LA STORIA

“Salvatela, vi do il mio fegato”: una mamma dona due volte la vita alla sua piccola di sei mesi

Alle Molinette di Torino un’operazione senza precedenti in Italia. La bimba era in condizioni disperate

“Salvatela, vi do il mio fegato”: una mamma dona due volte la vita alla sua piccola di sei mesi

Nel silenzio ovattato di una sala operatoria, tra sguardi concentrati e mani esperte, una madre ha fatto quello che solo una madre può fare: donare una parte di sé per salvare la vita della sua bambina. Come ridarle vita, metterla al mondo per una seconda volta. E no. Non è una metafora. È successo davvero, alle Molinette a Torino, dove per la prima volta in Italia – e tra i rarissimi casi al mondo – una bimba di appena sei mesi, Maria, è stata salvata con un intervento senza precedenti: un trapianto di fegato donato dalla madre e un autotrapianto di vena eseguito sul corpicino della bimba.
La piccola era arrivata in ospedale a fine aprile, trasportata d’urgenza al Regina Margherita. Pesava appena 5 chili. Il fegato che non funzionava più. Una malformazione rara delle vie biliari aveva già compromesso tutto. L’ittero, il liquido in addome, lo scompenso epatico: i medici l’hanno capita subito, quella corsa contro il tempo. Poche le speranze, la situazione era compromessa e più complessa dell’ordinario. « I primi mesi i pediatri dicevano che era gialla per il latte materno» spiega la madre. Maria era troppo piccola per operazioni tradizionali, troppo grave per aspettare un donatore da cadavere.
E così, mentre i giorni passavano senza offerte compatibili, la madre, una donna 32enne di Torino, ha deciso: «Vi do il mio fegato. Salvatela».


Gli esami, l’autorizzazione del tribunale, i test di compatibilità. In poco più di due settimane tutto è stato predisposto per un intervento complesso, quasi impossibile: non solo il trapianto della parte sinistra del fegato materno, ma anche la sostituzione della vena porta della bambina, indurita e ostruita, con un pezzo della sua stessa vena giugulare. Un’autotrapianto, su una neonata. L’intervento è durato 13 ore.
Nella sala del Centro Trapianti Fegato delle Molinette si sono alternati chirurghi, anestesisti, infermieri, tecnici e operatori.
A guidare l’operazione il professor Renato Romagnoli, da poco nominato direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica e dei Trapianti della Città della Salute.

«È stato un intervento di difficoltà tecnica eccezionale, ma la forza di volontà della madre e l’abilità dei nostri professionisti hanno reso possibile ciò che sembrava impossibile», ha dichiarato l’assessore alla Sanità del Piemonte Federico Riboldi. «Una storia a lieto fine, simbolo del valore della nostra Città della Salute e della collaborazione tra i reparti – ha commentato il commissario Thomas Schael –. Un modello che porteremo nel futuro Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione».
La mamma è tornata a casa dopo sei giorni. La bimba, in condizioni considerate fino a poco prima disperate, ha reagito in modo sorprendente: il nuovo fegato funziona perfettamente, i valori sono tornati nella norma e ora si trova all’ospedale Regina Margherita per la riabilitazione nutrizionale.
«Desidero ringraziare i dottori Calvo e Pinon, se ne stanno prendendo cura in questi giorni: e anche Davide Cussa, il chirurgo delle Molinette che si è occupato di lei» dice la mamma. Che appena Maria starà bene, organizzerà una gita in famiglia «all’aria aperta, finalmente». La donna ci tiene ad aggiungere: «La Sanità Pubblica funziona e spero che la storia di Maria possa donare speranza a quelle madri disperate che sperano».
La mamma è emozionatissima «Maria è una bambina solare, l’ho soprannominata “draghetta”. Non ha mai perso il sorriso. Nemmeno nei giorni più bui di questa storia a lieto fine». 

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