Cerca

IL FATTO

«Aska non è associazione a delinquere» E spunta la reclame del “guerra-camp”

Domani un nuovo processo per altri antagonisti coinvolti nelle devastazioni durante i soliti cortei

«Aska non è associazione a delinquere» E spunta la reclame del “guerra-camp”

Il tribunale di Torino ha reso pubbliche le motivazioni della sentenza emessa il 31 marzo 2025 nei confronti dei vertici del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav. Dieci imputati sono stati assolti dall’accusa più grave di associazione a delinquere, mentre 18 sono stati condannati a pene fino a quattro anni e nove mesi per singoli episodi di violenza.
L’inchiesta, partita in seguito a numerosi scontri con le forze dell’ordine in città e nei pressi del cantiere della Tav in Val di Susa, si è basata principalmente su intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo l’accusa, rappresentata dalla sostituta procuratrice Manuela Pedrotta e dal procuratore aggiunto Emilio Gatti, gli imputati non si sarebbero limitati a partecipare agli scontri, ma li avrebbero coordinati e promossi, assumendo il ruolo di registi delle violenze. Alcuni sono stati definiti dalla procura “professionisti della violenza”, accusati di reati quali estorsione, rapina, sequestro di persona, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, incendio e danneggiamento.


Ma nella sentenza i giudici Federica Bompieri, Andrea Natale e Rachele Olivero hanno rilevato che i membri del sodalizio non erano in grado di esercitare un controllo o un’egemonia sulle manifestazioni di massa che spesso vedevano coinvolti numerosi gruppi sociali, che insieme agli imputati organizzavano le proteste e le azioni di piazza. Questo ha portato all’assoluzione degli imputati per l’associazione a delinquere, mentre sono state riconosciute responsabilità per singoli fatti di violenza.
Il giorno della lettura del dispositivo, un centinaio di sostenitori di Askatasuna hanno bloccato il traffico in via Paolo Borsellino, manifestando solidarietà nei confronti degli imputati. In aula, un’imputata ha rivolto un gesto offensivo alla pubblica accusa, festeggiando la sentenza nonostante una condanna. La sentenza ha sollevato critiche da parte del sindacato di polizia Fsp. Il segretario Luca Pantanella ha espresso perplessità sulle motivazioni dei giudici, contestando il mancato riconoscimento di un «vertice militare o spirituale» nel centro sociale. Pantanella ha denunciato la promozione sui social di un “campeggio No Tav” definito come studentesco, ma accompagnato da video che mostrano lanci di petardi e attacchi ai cantieri. «Un tempo i campeggi servivano a imparare a vivere nella natura, oggi sembrano scuole di guerra contro lo Stato», ha commentato Pantanella, che ha poi rimarcato come le spese per la sicurezza delle opere coinvolgano i cittadini onesti, mentre gli attivisti occupano stabili senza alcun rispetto. Nel frattempo, a Torino un nuovo capitolo giudiziario: domani alle 9.30 è prevista l’udienza per il processo a diciotto antagonisti accusati di devastazioni durante un corteo di marzo 2023 organizzato in solidarietà ad Alfredo Cospito. Il movimento anarchico ha annunciato un presidio di protesta fuori dal tribunale Bruno Caccia per l’orario dell’udienza.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.