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La svolta di Stellantis

Mirafiori, parlano i sindacati. "Bene la Fiat 500 Ibrida, ma serve ancora un modello". Ecco quale

Le diverse sigle unite nel giorno della presentazione della nuova versione della city car di Stellantis

Mirafiori, parlano i sindacati. "Bene la Fiat 500 Ibrida, ma serve ancora un modello". Ecco quale

La nuova Fiat 500 Ibrida convince anche i sindacati? Per l’occasione le varie sigle, Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr (ossia i quadri Fiat), hanno rilasciato un comunicato stampa congiunto, dove mettono in evidenza come la produzione della Ibrida sia di fatto una risposta alla loro manifestazione unitaria del 12 aprile: «Chiedevamo una svolta, una decisione - ci dice Gianni Mannori della Fiom - ed è arrivata, portando a Torino un’auto che qualcuno prima voleva produrre a Kenitra, in Marocco».

Tornerà il secondo turno, con calo della cassa integrazione, quindi. «Potrebbe servirci anche il terzo turno» dicono i sindacati. La speranza è tornare a pieno ritmo. «La 500 ibrida, da sola - dicono i sindacati -, rappresenta un segnale di progettualità e produzione a Torino che ci consente di soddisfare il presente, ma non sarà sufficiente per garantire il futuro definitivo di Mirafiori che noi riteniamo indispensabile. Adesso abbiamo altre due sfide da portare avanti insieme all’azienda e alle istituzioni locali e nazionali. La prima è quella di avere un nuovo modello "mass market" a Mirafiori». C’è chi pensa alla nuova Fiat Tipo, anche questa sospesa al momento fra Kenitra e l’Algeria.

«La seconda - sottolineano -, non meno importante, relativa alla riduzione del costo dell’energia che in Italia si sta rivelando una drammatica zavorra per lo sviluppo industriale con importanti, conseguenti ripercussioni sul mondo del lavoro. Ci aspettiamo che anche l'Europa faccia la sua parte, prestando con politiche mirate le giuste attenzioni al comparto dell'automotive che per troppi anni è stato dimenticato». «L’Unione Europea deve modificare quelle politiche autolesioniste che purtroppo non salveranno il pianeta, ma uccideranno l’industria. Chiediamo al Governo di condurre questa battaglia con noi» confermano Gianluca Ficco e Luigi Paone della Uilm.

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