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I rom pestano 5 infermieri e un medico, terrore in ospedale

Schiaffi, spintoni e inseguimenti: notte di terrore e il pronto soccorso rischia di non poter assistere i pazienti

I rom pestano 5 infermieri e un medico, terrore in ospedale

I rom pestano 5 infermieri e un medico, terrore in ospedale

Prima il pestaggio di un 17enne, poi l’investimento di suo padre e infine l’aggressione, in ospedale, ai danni di 5 infermieri e un medico: schiaffi, spintoni, inseguimenti tanto che alla fine tutti e sei sono stati costretti a ricorrere alle cure sanitarie, con ferite tali da costringerli a lasciare il posto di lavoro e a mettere in difficoltà tutto il pronto soccorso.

L’ennesima faida tra rom che ha insanguinato le strade di Torino, lo scorso martedì, questa volta ha avuto pesanti ripercussioni anche nei confronti di chi, all’ospedale Maria Vittoria, stava cercando di aiutare i nomadi feriti. Non il primo episodio simile, tanto che questa volta la reazione dell’Asl Città di Torino è stata comprensibilmente veemente. Il direttore generale, Carlo Picco, si è recato al pronto soccorso del Maria Vittoria dove ha incontrato i sanitari per valutare con loro le possibili nuove misure da mettere in campo per prevenire e contrastare simili episodi di violenza. «Questa situazione che ricorre frequentemente nei nostri nosocomi - si legge in una nota dell’Asl - e che già la scorsa estate aveva portato a gravissimi fatti di cronaca avvenuti nel parcheggio del San Giovanni Bosco, ora zona rossa, non è più accettabile e non può essere tollerata» Nel mirino, ci sono proprio i nomadi. «I rom seguono in massa i loro congiunti ricoverati creando spesso situazioni di degrado, accattonaggio, danneggiamenti e aggressioni a operatori e utenti. Personaggi di ogni tipo e etnia portano quotidianamente turbativa e pericolo nei nostri pronto soccorso».

Tra le iniziative già in cantiere, ci sono l’installazione di nuove telecamere di sorveglianza e l’adozione di un protocollo di sicurezza rafforzato, in collaborazione con la Prefettura di Torino. «Ribadisco - spiega il direttore Carlo Picco - il mio personale impegno nel tutelare il personale sanitario e nel garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi. La sicurezza dei nostri operatori è una priorità assoluta, e continueremo a lavorare con tutte le istituzioni e le forze dell’ordine per prevenire ogni forma di violenza». «Questa escalation di aggressioni non può più essere più tollerata - sottolinea il responsabile del pronto soccorso, Fabio De Iaco - : chiediamo a tutte le istituzioni e alla società civile di condannare fermamente questi atti e di sostenere il nostro impegno per un ambiente di lavoro sicuro».

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