l'editoriale
Cerca
IL CASO
06 Luglio 2025 - 09:11
C’è un uomo dietro le fiamme che hanno sventrato il palazzo di via Nizza 389 ,lo scorso lunedi’ notte.
Non un guasto, non una fuga di gas, non la fatalità. C’è una mano. Una volontà. La notte del 30 giugno, al Lingotto, qualcuno ha appiccato un incendio. E qualcuno è morto: Jacopo Peretti, 35 anni. Non aveva fatto niente. Non c’entrava nulla. Era nel suo appartamento, dormiva: la serata l’aveva trascorsa a casa della mamma, a Mazzè, il paese dove è nato Jacopo. Avrebbe dovuto fermarsi a dormire, ma come ha spiegato alla madre prima di andarsene, aveva alcune cose da fare al mattino dopo: meglio rientrare a casa. Jacopo è morto nel sonno. Schiacciato dai calcinacci crollati a seguito del rogo. Se n’è accorto? E’ spirato nel sonno? Di certo, non è più uscito vivo. Travolto dal crollo parziale dell’edificio, il suo corpo ci hanno messo un pò a trovarlo. La speranza che fosse fuori, in giro, da un amico. La sua auto sotto casa, però, lasciava presagire il peggio. Per questa morte, da ieri pomeriggio, c’è un arresto. Una guardia giurata sulla quarantina. L’accusa è pesante: omicidio volontario e crollo doloso. Non un errore. Non imprudenza. Ma un gesto deliberato, studiato, mirato. Alle 3 del mattino, quando tutti dormono. Una follia. Ma il folle ha colpito la persona sbagliata. Secondo le indagini della Squadra Mobile di Torino, coordinate dalla procura – Giovanni Bombardieri al vertice, Chiara Canepa alla guida operativa – l’uomo avrebbe agito per vendetta personale. Una storia romantica finita male. Un’ossessione che non si arrende. Una donna che non c’è più e un uomo che non si rassegna. Madalina Ionela Hagiu, trentenne, residente in via Nizza da 7 anni. Viveva da sola, da aprile: da quando il suo compagno aveva trovato lavoro all’Elba come cuoco stagionale. Appartamento al quinto piano, proprio accanto a quello di Jacopo: i due si conoscevano solo di vista. L’ex della 30enne, secondo quanto emerge, aveva ancora le chiavi di casa. E Madalena, che di mestiere si occupava di pulizie, quella notte, era all’isola d’Elba, dal suo nuovo amore, il cuoco appunto. Doveva partire a metà giugno. Ha posticipato e cambiato il suo piano ferie all’ultimo. Perchè? Non è chiaro. Ma quella notte tra la domenica e il lunedì il suo ex sapeva cosa voleva fare. Farle trovare l’appartamento distrutto.
Il punto d’innesco, hanno stabilito i vigili del fuoco, era proprio l’alloggio di lei. Le fiamme hanno preso forza nella notte, poi il rogo e indine l’esplosione. Una deflagrazione violenta. Tre appartamenti rasi al suolo. Parte della palazzina crollata. Cinque feriti, tra cui due bambini, uno di loro è stato raggiunto dalle fiamme mentre era nel lettone con la mamma. E un morto. Un morto che non era previsto. Jacopo. Innocente. Ignaro. Vittima casuale, collaterale. All’inizio si era pensato a un incidente. A una perdita di gas.
L’uomo che ha dato il via al dramma di via Nizza, da quel palazzo quella notte è uscito ferito, ustionato. Forse ha sbagliato qualcosa al momento dell’innesco. Le testimonianze dei colleghi e amici che lo hanno visto in quelle condizioni, le telecamere che l’hanno ripreso, le indagini hanno fatto il resto: un puzzle composto da tanti pezzi che finalmente è completo. E in via Nizza, intanto, si parlava. Si sussurrava. C’era chi lo aveva visto tornare da lei, quell’uomo, settimane prima. Chi diceva che la cercava. Chi diceva che lei non si faceva trovare. Ma si sa che in queste situazioni la gente mormora e i pettegolezzi abbondano. Il dato di fatto, oggi, è questo: un uomo ha acceso un incendio per ferire una donna. E ha ucciso un uomo che non c’entrava nulla. Non voleva uccidere Jacopo. Ma lo ha fatto. Ed è per questo che la giustizia lo accusa di omicidio. Volontario. Perché non si può giocare col fuoco e chiamarla distrazione. Non si può portare morte e dire che era solo rabbia. In via Nizza, le macerie sono ancora lì. Jacopo Peretti è Morto perché qualcuno non ha accettato la fine di un amore. Nei minuti in cui la guardia giurata veniva ammanettata, la famiglia Peretti ha posto un fiore, una rosa da giardino con un fiocco blu, lì in via Nizza, accompagnato da un biglietto: «Grazie di cuore a tutti voi che in questi momenti drammatici ci avete supportato».
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..