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ANIMALI
08 Luglio 2025 - 19:55
Nelle campagne del torinese, l’estate porta con sé non solo giornate assolate, ma anche una sfida importante per chi lavora nelle stalle: il caldo intenso. Le mucche, come tutti gli animali a pelo, soffrono le alte temperature e il loro benessere diventa la priorità assoluta per gli allevatori in questo periodo.
Le stalle di oggi, come racconta Silvano Basano presidente della Sezione Associazione allevatori di Torino, sono progettate per essere aperte su tutti i lati, così da favorire la circolazione dell’aria e offrire agli animali un ambiente il più possibile fresco e confortevole. Ma non basta: la tecnologia entra in campo con sistemi di ventilazione automatica che si attivano già quando il termometro supera i 20 gradi. Le ventole, posizionate strategicamente sopra le mangiatoie e le cuccette, aumentano la velocità man mano che il caldo si fa più intenso, creando una piacevole brezza che aiuta le mucche a sopportare le ore più torride.
E non finisce qui. Nelle stalle più moderne, le mucche possono godersi vere e proprie docce rinfrescanti o nebulizzatori che spruzzano acqua fresca a intervalli regolari, seguendo un preciso equilibrio tra umidità e temperatura. Dopo ogni getto, asciugatori ad aria fresca evitano che il pelo resti bagnato, proteggendo così la salute degli animali.
Anche l’acqua da bere è sotto controllo: gli abbeveratoi sono sempre pieni di acqua fresca, ma mai troppo fredda, per evitare shock termici. Ogni mucca ha il suo spazio per mangiare e riposare su paglia asciutta, fondamentale per ruminare e dormire in tranquillità.
L’attenzione al benessere passa anche dall’igiene: i raschiatori dei liquami entrano in azione più spesso d’estate, così che le mucche non restino mai con gli zoccoli nell’umido, riducendo il rischio di infezioni.
«Pochi sanno che ormai i nostri allevamenti sono sempre più orientati al benessere animale – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – L’allevatore ha sempre voluto il meglio per le proprie mucche ma oggi viene in aiuto la tecnologia, l’unica via per convivere con il cambiamento climatico. Se gli animali stanno bene anche la produzione di latte e carne non subisce dei drastici cali con il rischio di fare mancare alimenti dal grande contenuto proteico di cui oggi c’è scarsità sui mercati europei. Insomma il benessere animale è un fatto di civiltà e professionalità ma è anche un tema economico cruciale».
Ma per le aziende investire in benessere animale significa indebitarsi per cifre considerevoli. Basti pensare che per una stalla da 100 mucche solo l’impianto di ventilazione può arrivare a costare 50mila euro.
«La Regione ha messo a disposizione, tra il 2023 e il 2024, 45 milioni di euro di fondi europei per il “miglioramento” delle stalle. Ma l’obiettivo del benessere animale deve essere raggiunto in tempi rapidissimi. Per fare fronte al cambiamento climatico occorre aumentare i sostegni. La politica deve ormai comprendere che si tratta di una vera e propria scelta strategica esattamente come quella di incentivare l’utilizzo degli effluenti prodotti dagli animali per produrre biometano ed energia rinnovabile».
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