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Torino

Centro di Torino: criticità nella raccolta dell’organico con il nuovo porta a porta

Puzza, bidoni pieni e tensioni tra cittadini e commercianti: i disagi segnalati nella Circoscrizione 1. Amiat: “Situazione temporanea”

Cigliano, ispettori ambientali in azione per il rispetto della raccolta differenziata

Immagine di repertorio

A partire da febbraio 2024, il sistema di raccolta differenziata porta a porta è stato esteso a tutta l’area del centro di Torino, completando un percorso avviato già nell’autunno del 2023 nella Circoscrizione 1. L’eliminazione dei cassonetti stradali e la redistribuzione dei bidoni all’interno degli spazi condominiali o lungo le vie urbane ha avuto come obiettivo un incremento della qualità della differenziata e una razionalizzazione del servizio. Tuttavia, la fase di assestamento ha evidenziato una serie di disservizi, oggetto di discussione nella commissione al verde della Circoscrizione.

Tra i principali problemi sollevati dai consiglieri e dai residenti figurano i bidoni dell’umido colmi oltre la capienza e i rifiuti lasciati a terra, in particolare durante i mesi estivi. Le temperature elevate aggravano la questione degli odori, soprattutto in prossimità di attività ristorative. La frequenza del ritiro dell’organico, pari a due volte a settimana, è ritenuta insufficiente da molti operatori economici. Un’ulteriore criticità riguarda la dimensione e il numero dei contenitori forniti, giudicati inadeguati rispetto alle necessità di alcune zone.

Oltre ai disagi materiali, emergono tensioni tra residenti e commercianti, chiamati a condividere gli stessi bidoni in alcuni isolati. Diverse famiglie segnalano la difficoltà di collocare i bidoni in cortili interni e la necessità di affidare a soggetti esterni, a pagamento, la movimentazione dei contenitori. Questo aspetto è stato definito da alcuni cittadini come una “tassa nascosta”, sollevando dubbi sull’equità del sistema.

Tra le proposte avanzate vi è la possibilità di reintrodurre, dove tecnicamente possibile, la raccolta interna per plastica, vetro e carta, limitando l’occupazione dello spazio pubblico. Altre soluzioni valutate includono la creazione di ecoisole esterne con accesso controllato, in particolare per le utenze non domestiche.

Amiat, per voce della presidente Paola Bragantini, ha riconosciuto le difficoltà iniziali, dichiarando che situazioni analoghe si sono verificate in tutti i quartieri coinvolti in precedenti estensioni del porta a porta. L’azienda ha garantito la disponibilità a effettuare sopralluoghi mirati per risolvere i problemi più urgenti e collaborare con amministratori condominiali e commercianti per trovare soluzioni condivise. Secondo Amiat, l’efficacia del servizio migliorerà progressivamente grazie a una fase di adattamento da parte di tutti i soggetti coinvolti.

L’estensione del porta a porta si inserisce all’interno del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, che prevede il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2025. Torino, che negli ultimi anni ha mostrato ritardi rispetto a questo obiettivo, punta a colmare il gap attraverso la riorganizzazione capillare del sistema di raccolta, anche nei quartieri più complessi come il centro storico.

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