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32 milioni per le strade dalla Fondazione Crt: "non chiamateci bancomat"

Un tesoro di 32 milioni per trasformare Torino: 140 cantieri in partenza grazie al contributo straordinario della Fondazione Crt. A settembre l'annuncio del prossimo intervento. Arcate dell'ex Moi? La presidente non smentisce.

Torino si trasforma: 32 milioni dalla Fondazione Crt: "non chiamateci bancomat"

Un gruzzoletto straordinario, che arriva da anni di risparmio pubblico, e che arriva come una manna dal cielo nel gran disegno di riqualificazione della città. Si tratta di 32 milioni, uno stanziamento straordinario da parte di Fondazione Crt, derivato da anni di crediti fiscali accumulati dalla Fondazione, e volti alla Città. Che, si anticipa, non sarà l'unico.

"Volevamo destinarli ad un progetto che fosse il più democratico possibile. Che andasse a beneficio di tutti i cittadini, dal centro alle periferie", dichiara Anna Maria Poggi alla conferenza stampa di presentazione del maxi-progetto annunciato questa mattina.

Da novembre partiranno ben 140 cantiere, grazie agli stanziamenti di Fondazione Crt, suddivisi in 11 lotti.

Grande soddisfazione e un doveroso ringraziamento alla presidente della Fondazione dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

"Torino sta cambiando, è sotto gli occhi di tutti - afferma il primo cittadino -. In modo particolare per quel che riguarda gli investimenti infrastrutturali, con grandi progetti di rigenerazione urbana, come il progetto del Valentino. Qui si inserisce il progetto degli spazi che uniscono. Abbiamo deciso di concentrare le risorse perché questo intervento potesse essere tangibile", aggiunge. 

Il contributo della Fondazione da solo, infatti, sarà sei volte tanto rispetto al fondo di manutenzione consentito dal bilancio comunale (pari a 5 milioni) e permetterà il rifacimento di una rete viaria di 1.400 chilometri, la manutenzione e più di 21 milioni di metri quadrati.

"Il progetto unisce visione e prossimità, per questo stiamo continuando a lavorare sul branding della città, che è il modo in cui "narriamo la città"", spiega Lo Russo.

A chi insinua che la Fondazione possa, così, essere vista come il "bancomat" dell'ente pubblico, Poggi risponde con risolutezza: "Le fondazioni bancarie hanno l'obbligo di erogare sul territorio. Non solo per legge, ma anche statutario. Poi le finalità e la realizzazione si inseriscono in un dialogo con gli attori e sono interventi, compreso il protocollo firmato due giorni fa con la Regione, che coprogettiamo. Non accetto che ci si chiami bancomat", aggiunge netta.

A settembre, poi, sarà annunciato una seconda devoluzione da parte della Fondazione. Le arcate dell'ex Moi? Poggi non smentisce, ma dice solo: "Rimarrete molto sorpresi"

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