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10 Luglio 2025 - 08:51
A sinistra, Giorgia Marino. A destra, sopra Marco Torta e sotto Stefano Portaccio. Tre bikers che hanno perso la vita in queste settimane
Alessandro Fabris, Mattia Zuanazzi, Giorgia Marino, Guido Eliantonio, Marco Torta, Stefano Portaccio, Marco D'Orsi, Gianfranco Vogliano, Francesco Rosatti. Nove nomi, nove biker che oggi non ci sono più, deceduti mentre facevano quello che più amavano: andare in moto. Nove vite spezzate in appena un mese per quella che, purtroppo, si sta rivelando un’estate tragica per chi viaggia sulle due ruote. Per alcune di queste tragedie, come quella di Giorgia Marino, ci sono anche delle inchieste in corso, con due persone indagate per la morte della 26enne centaura. E arriva l’appello di Nico Marinelli, presidente dell'associazione “Tre Merli Sotto Shock” che da anni si batte sul tema della sicurezza in strada: «Per evitare le stragi serve l’abbigliamento giusto, purtroppo però non ci sono detrazioni fiscali. Nei centri abitati? Anche viaggiando ai 50 all’ora si rischia la morte».
I numeri della strage
La prima vittima è del 2 giugno, a Rivoli. Alessandro Fabris, 30enne di Torino, si è schiantato con la sua Kawasaki contro una recinzione in corso Kennedy. Con lui viaggiava una donna di 35 anni, anche lei di Torino, trasportata in ambulanza all'ospedale cittadino ma non è in pericolo di vita. L’8 giugno, Mattia Zuanazzi mentre percorreva con la Ktm corso Susa in direzione Avigliana, nella zona di borgata Grangiotto, si è schiantato con un’auto Peugeot 2008, che proveniva dal senso opposto. Lo stesso giorno è deceduta Giorgia Marino, la “mamma biker”, 26enne di Torino che era ricoverata alle Molinette dopo un incidente avvenuto il 30 maggio. Giorgia era sulla sua moto Benelli Trk e si è scontrata con un'auto in fase di svolta a sinistra in piazza Cattaneo. Sulla sua morte è stata aperta un’inchiesta con due indagati: un 70enne che avrebbe svoltato a sinistra senza dare precedenza alla moto, e un 38enne proprietario di un’auto parcheggiata in divieto di sosta contro la quale Giorgia sarebbe finita dopo l’impatto.
L’elenco dei morti sulle due ruote non si ferma e il 16 giugno Guido Eliantonio, 59enne di Orbassano, muore dopo un incidente all'incrocio tra strada Orbassano e via Spinelli a Borgo Melano di Beinasco. Il suo scooter Yamaha si era scontrato contro un'auto Fiat 500L. Il 24 giugno, si è spezzata la giovane vita di Marco Torta, a soli 24 anni. Marco, porinese, ha perso il controllo della sua Ducati sulla provinciale 121 ed è caduto a lato strada. Il 5 luglio, perde la vita Gianfranco Vogliano, 57enne di Ivrea e volto noto dello Storico Carnevale eporediese, schiantandosi con la sua Yamaha contro un guardrail in via Lago Sirio. Il 6 luglio a trovare la morte è Stefano Portaccio, 45enne di Giaveno, dopo un incidente a Mirafiori in strada delle Cacce angolo via Bovetti. Stefano era stato soccorso dai passanti prima dell’arrivo del 118, ma è morto prima di arrivare in ospedale.
Il giorno dopo, il 7 luglio, ha perso la vita Marco D’Orsi, 47enne di Caselle, sulla statale 25 a Bar Cenisio a Venaus. E l’ultima vittima, finora, è Francesco Rosatti, 39 anni, chierese, morto nella giornata di ieri dopo l’incidente del 7 luglio a Chieri all’incrocio tra corso Buozzi e via Giordano. Francesco guidava uno scooter e si è schiantato contro una minicar.
«L’asfalto ti mangia»
Insomma un’estate che sta lasciando una scia di sangue. A lanciare un appello è Nico Marinelli di “Tre Merli Sotto Shock”, associazione che da anni si batte, anche attraverso i flash-mob, per la sicurezza sulle strade del Torinese, in particolare per la salvaguardia dei nostri bikers. «Oggi l’asfalto ti “mangia” anche se vai piano - afferma Marinelli - e nei centri abitati un centauro può trovare la morte anche se rispetta i limiti e viaggia ai 50 all’ora». Per proteggersi? L’ideale sarebbe il “motoairbag”, una sorta di gilet che funge da airbag per i motociclisti. «In caso di impatto - prosegue il presidente dei “Merli” - il motoairbag si gonfia, proteggendo schiena, costato e polmoni, fino al bacino. Altre precauzioni? Mani e piedi vanno sempre protetti, sono importantissimi. Forse servirebbero detrazioni fiscali per consentire l’acquisto di questi materiali, che purtroppo oggi non ci sono».
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