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Il caso

CAAT di Torino, i grossisti protestano: il 15 luglio chiusura totale degli stand

Aumenti fino al 50% dei costi di accesso e gestione, ma i bilanci sono positivi

CAAT di Torino, grossisti in protesta: il 15 luglio chiusura totale degli stand

Il Centro Agro Alimentare

Una giornata di chiusura e protesta pacifica: è questa la risposta decisa dai grossisti del Centro Agroalimentare di Torino (Caat) contro l'aumento dei costi imposto dall’ente gestore. L’iniziativa, promossa dall’Apgo (Associazione Piemontese Grossisti Ortoflorofrutticoli), si concretizzerà martedì 15 luglio con la chiusura collettiva degli stand e una mobilitazione pubblica per denunciare una situazione ritenuta ormai insostenibile. Nel mirino dell’associazione, l’aumento del 30% degli oneri di comprensorio (costi di gestione dello spazio comune) e del 50% del costo di ingresso giornaliero per i clienti.

Incrementi giudicati “ingiustificati e insostenibili”, che si aggiungono a un progressivo rincaro degli affitti: negli ultimi due anni, gli operatori hanno visto aumentare le spese complessive di oltre 400.000 euro, raggiungendo un totale di quasi 4 milioni di euro. I conti però sembrano non tornare, soprattutto alla luce del bilancio appena approvato, che presenta un fatturato di 6,2 milioni di euro, liquidità disponibili per circa 4 milioni e depositi bancari per circa 2 milioni. Dati che, secondo l’Apgo, dimostrano che non vi sarebbe alcuna necessità di ricorrere a nuovi aumenti.

Il Centro Agroalimentare di Torino rappresenta un punto focale per l’economia agroalimentare del Nord-Ovest. Conta 79 aziende grossiste, 22 operatori di movimentazione, e 150 produttori locali provenienti dalle province di Torino, Cuneo e Asti. È un centro di riferimento per i 46 mercati rionali di Torino, ma anche per numerosi commercianti al dettaglio del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Liguria. Ogni anno, il CAAT movimenta 550.000 tonnellate di merci, generando transazioni per circa 550 milioni di euro. La protesta del 15 luglio, assicurano gli organizzatori, si svolgerà nel pieno rispetto della legalità. Un gesto pacifico per chiedere più equità nella gestione dei costi e una maggiore attenzione alle difficoltà degli operatori che ogni giorno animano uno dei poli agroalimentari più importanti d’Italia.

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