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16 Luglio 2025 - 13:31
"Un momento che è un po' come la fine della scuola. E noi siamo stati promossi". Un Cirio smagliante al termine della pronuncia della Corte dei Conti di questa mattina, sulla parificazione del rendiconto generale della Regione Piemonte.
I risultati, al netto di alcune criticità, "che stiamo affrontando un po' per volta", spiega il governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio, sono più che positivi. Ma questo scongiura l'aumento dell'Irpef per i torinesi? Qui il governatore è meno convinto: "Dateci il tempo di entrare nel merito del giudizio e dei numeri", taglia corto.
Se l'approvazione viene data senza troppi colpi di scena dalla Corte dei Conti, per il miglioramento della programmazione finanziaria, il rispetto dei vincoli di indebitamento (con un indice del 18,5% di incidenza, il miglioramento del saldo di gestione ordinaria e l'equilibrio complessivo di circa 80 milioni, restano altri aspetti critici. E resta un disavanzo da quasi 5 miliardi di euro.
Tra gli elementi critici ci sono la rigidità strutturale del bilancio, la carenza di liquidità, il rinvio dei programmi pluriennali: "Molte volte dovuto a processi autorizzativi da parte di terzi, dove la Soprintendenza deve dare la sua approvazione" si difendono sia Cirio che l'assessore alla Sanità Federico Riboldi, intervenuto anche lui questa mattina.
Ma soprattutto i rapporti di debito e credito con gli enti strumentali e le società controllate e partecipate, nonché gli enti sul territorio, come l'Agenzia Territoriale della Casa. Su questo aspetto, si chiede l'attuazione "sollecitamente" della circolarizzazione dei crediti e debiti. Diversamente, molte società, su cui i fondi pubblici incidono dal 69 al 96%, rischiano il fallimento. Una gestione delle società partecipate considerata "insidioso elemento incertezza, tenuto conto della condizione di disavanzo in cui versa la regione Piemonte".
Sul comparto Sanità, ampiamente sotto i riflettori nell'ultimo periodo, le spese continuano a crescere, raggiungendo i 10,59 miliardi di euro. Segnando un bilancio negativo di 129 milioni di euro, che però, sottolinea la Corte, è inferiore alle previsioni. L'aumento è legato soprattutto all'acquisto di farmaci (1,3 miliardi), ma anche alle spese del personale. E al ricorso dei famigerati gettonisti (da 100 a 103 milioni di euro).
Subito pronto a ribattere sul tema Riboldi, sbandierando le sue care taskforce: "Stiamo lavorando per ridurre le spese improduttive, senza incidere sulle spese cliniche. Possiamo già parlare di una riduzione di circa il 30% dei gettonisti. Un intervento sarà poi il passaggio a strutture di proprietà della Regione, per evitare spese inutili". Nessun numero di maggiore dettaglio, per ora.
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