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L'allarme dei medici torinesi: «Povertà e delinquenza, a Barriera di Milano ci si ammala e si muore prima»

La richiesta dei medici alle Istituzioni: «A Barriera la salute è un diritto a metà: non bisogna abbandonare chi vive e lavora nel quartiere»

polizia e ambulanza al san giovanni bosco

L'allarme dei medici torinesi: «Povertà e delinquenza, a Barriera di Milano ci si ammala e si muore prima»

Povertà, delinquenza, disoccupazione, abbandono scolastico. Un quartiere in cui anche «la salute è un diritto a metà». E' il drammatico ritratto di Barriera di Milano fatto dall'Omceo, l'ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Torino, che lancia l'allarme non solo per la sicurezza del personale sanitario ma anche per quella degli abitanti.

Di «situazione allarmante» per «un quartiere segnato da povertà, marginalità, disoccupazione e disagio sociale profondo» parla l'Omceo, ricordando che «nel quartiere abita un numero elevato di anziani, spesso soli e a basso reddito, che diventano vulnerabili al primo problema di salute» anche perché «i pazienti non vanno negli studi medici né in farmacia dopo le 6 di sera perché il  buio potrebbe favorire rapine e borseggi» e «i medici stessi quando possono evitano le visite domiciliari dopo il tramonto o in aree particolarmente pericolose». 

Di questo si è parlato nella sede di Lungo Dora Savona dell’Asl Città di Torino nel corso di un incontro tra l’Ordine e una rappresentanza di medici di famiglia, di medici del San Giovanni Bosco e di odontoiatri per ascoltare le loro difficoltà quotidiane. Un confronto da cui «è emersa una realtà drammatica». Non solo per il personale sanitario aggredito in ospedale o per gli studi medici finiti nel mirino della criminalità da strada ma anche perché il quartiere è «povero di servizi compresi quelli sanitari maggiormente concentrati a Torino sud, e così il disagio psichico e sociale fioriscono senza ostacoli. La presenza di spazi degradati, come l’ex-Gondrand o la piscina pubblica Sempione, un tempo luogo di socialità ma oggi divenuti zone di spaccio e consumo di sostanze, testimonia il livello di abbandono istituzionale». In questo contesto, «la salute è un diritto a metà. Dove non c’è lavoro, dove non si studia, dove il livello di delinquenza è quello che ci è stato descritto, ci si ammala e si muore prima». Dall’incontro è emersa con forza la richiesta di maggiore sicurezza. Ma anche e soprattutto di non essere abbandonati e non rinunciare a cambiare le cose.  «Chiediamo dunque che le risposte non si limitino all’aumento della presenza di forze dell’ordine: è necessario tenere aperti i servizi, investire in centri di aggregazione, nelle scuole, nei servizi sociali. Attivare con urgenza la casa della comunità. Portare medici, infermieri. Portare del verde. Chiediamo al Comune di dare la priorità ai problemi di chi vive in Barriera». 

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